La sede veneziana della Fondazione Prada si apre quest’anno con un progetto artistico sorprendente, capace di innescare nel visitatore numerosi spunti visivi, riflessioni sull’arte (rapporto spettatore-arte contemporanea, curatore-mostra, interpretazione-contenuto) ma anche su questioni politico-sociali.
Dopo Art or Sound e Portable Classic, le due mostre precedenti incentrate sull’evoluzione del rapporto tra arte e suono nei secoli e sulle riproduzioni scultoree in formato ridotto di capolavori dell’antichità, la mostra attuale integra tre diversi linguaggi artistici: fotografia, cinema e teatro. I tre autori protagonisti dell’esposizione Thomas Demand, Alexander Kluge e Anna Viebrock hanno lavorato al progetto per più di un anno confrontandosi su tematiche e interessi comuni e, guidati dal curatore Udo Kittelmann sono riusciti a dar vita ad una narrazione densissima concepita per essere attuata nel palazzo storico di Ca’ Corner della Regina, con opere realizzate site-specific.
Il titolo della mostra ci fa entrare da subito nella metafora marina i cui protagonisti sono “una barca che sta affondando” e “un capitano che ha mentito”, immagini allegoriche che si rifanno ad una canzone di Leonard Cohen (Everybody now) così come ad una citazione tratta dal Giulio Cesare di Shakespeare. Il mondo marino costituisce inoltre l’elemento iniziale da cui gli artisti prendono spunto per sviluppare tutto il percorso espositivo, partendo dalla comune interpretazione erronea del quadro di Angelo Morbelli Ultimi (1883), considerato come il ritratto corale di un gruppo di anziani marinai a riposo, invece che come l’immagine di alcuni vecchi in un ospizio.
Il primo piano della mostra ospita una sala museale con diverse opere del pittore divisionista tra cui proprio Ultimi e accanto un’altra sala dove è stata ricreata la location del Pio Albergo Trivulzio, il luogo in cui si trovano i soggetti immortalati dal pittore, per ricordarci la genesi della storia. Ed è forse questo l’unico appiglio di cui lo spettatore può servirsi inizialmente per una comprensione immediata di ciò che ha di fronte, visto che tutti gli altri spazi lo proiettano in disparati scenari visti o solo sognati, con rimandi visivi e concettuali apparentemente fuggevoli. L’esposizione va vissuta come un’opera d’arte globale in cui le scenografie create dalla Viebrock, le foto di Demand e i film di Kluge, tutti e tre di nazionalità tedesca, sono un tutto e non possono essere considerati separatamente.
Solo guardando i lavori da quest’ottica unitaria si potranno esplorare i tre piani lasciandosi catturare da elementi del quotidiano ricreati in modo straniante nelle foto di Demand, dalle ambientazioni teatrali reinventate per un contesto artistico dalla Viebrock, e dai film di Kluge caratterizzati da montaggi e contenuti sperimentali. E così intraprendendo un viaggio e non una semplice mostra, ci si lascerà accogliere da dei tappeti tradizionali Passatoie, ci si ritroverà all’interno di un tribunale Courtroom, su un palcoscenico Stage, dentro un Cinema concludendo la visita al secondo piano dentro ad un enorme ready-made costituito dalla scenografia di Tessa capace di unire l’aspetto tardo barocco del Palazzo ad un paesaggio urbano immaginario.
THE BOAT IS LEAKING. THE CAPTAIN LIED
THOMAS DEMAND, ALEXANDER KLUGE, ANNA VIEBROCK
A cura di Udo Kittelmann
13 maggio – 26 novembre 2017
Fondazione Prada – Ca’ Corner della Regina, Venezia