Nel 2014, migliaia di donne yazide sono state rapite da Daesh, terroristi di uno stato autoproclamato, e usate o vendute come schiave sessuali.
Tra di loro c’è Ana, venduta e stuprata. Quando è stata “liberata”, Ana è stata anche costretta ad abbandonare il bambino che aveva avuto.
Considerati i “bastardi di Daesh”, tutti i bambini nati da stupri da parte degli jihadisti sono stati respinti dalla comunità yazida di appartenenza.
Dopo quattro anni di separazione, “Ana” attraversa il Kurdistan, in segreto, per rivedere sua figlia Marya, lasciata in un orfanotrofio, insieme ad altri bambini nati da violenze e rifiutati dalle famiglie delle madri.

È la prima madre sopravvissuta yazida a rompere l’omertà. La regista Pascale Bourgaux la accompagna in questo viaggio, raccogliendo la sua devastane testimonianza.

“Due volte vittime, prima dei jihadisti, poi della loro stessa comunità, queste donne sopravvissute, dimenticati da tutti, soffrono in silenzio. Questo film è la loro voce”.

Frutto di 8 anni di indagini, questo essenziale documentario offre una commovente testimonianza, e uno sguardo inedito sulle giovani donne yazide rapite e violentate dai jihadisti Daesh e che, una volta liberate, sono state costrette dalle loro stesse famiglie ad abbandonare i propri figli perché il sangue del nemico scorre nelle loro vene.

Pascale Bourgaux ha lavorato per i canali TV5 e France 24, ha collaborato con collaborato Le Monde e Paris Match, coprendo molti dei conflitti degli ultimi anni in Medio Oriente. Ha vinto numerosi premi internazionali per i suoi reportage, documentari e libri in Siria, Iraq, Iran e Afghanistan.
Ha messo il suo mestiere di reporter, l’arte rara, senza fronzoli, della cronaca di guerra al servizio di un dramma umano indicibile.