E se Ryan Murphy fosse riuscito a superare sé stesso?
Dalla penna del cinquantaduenne creatore di serie eccentriche come Glee, Pose, Feud, The Politician, American Horror Story, è uscita una accattivante miniserie di 7 episodi – dal 1 maggio su Netflix – assolutamente da non perdere.
Siamo nella Los Angels del Secondo Dopo Guerra, l’industria cinematografica esplode di produzioni, dopo essere stato fulcro dell’industria bellica. Ogni giovane con aspirazioni artistiche trova lì la sua vocazione, cerca di realizzare il suo sogno americano: recitare in un grande film, … anche solo iniziare come comparsa va bene. Perché stiamo parlando di un mondo feroce, maschilista, dissolutezza in privato e moralismo becero in pubblico, omofobo, razzista, dove il sesso è una merce di scambio, ricatti e scandali sono armi di distruzione di carriera: Hollywood.
Lo sa bene l’ex soldato Jack (David Corenswet), sempre in fila fuori dagli studios hollywoodiani in attesa di essere pescato per un provino, con l’affitto da pagare e una moglie amorevole incinta.
Lo sa bene Raymond (Darren Criss) aspirante e coraggioso regista, che vive con la bellissima Camille (Laura Harrier), attrice nera stanca di interpretare solo ruoli da cameriera.
Lo sa bene Archie Coleman (Jeremy Pope), sceneggiatore nero omosessuale, che ha scritto un film, Peg, per un pubblico bianco, per dimostrare che lui è uno capace, in gamba, che può uscire dagli schemi, o dal ghetto in cui lo hanno rinchiuso.
Lo sa bene una giovane promessa, il timido gay Rock Hudson (Jake Picking), che finisce nelle grinfie di un agente spietato, un Harvey Weinstein dell’epoca per intenderci, interpretato da un maledettamente bravo Jim Parson (Sheldon Cooper di The Big Bang Theory).
Lo sa bene la spavalda, determinata a recitare, Claire (Samara Weaving), figlia del produttore degli Ace Studios
Lo sa bene Anna May Wong (qui interpretata da una commovente Michelle Krusiec), la prima star del cinema sino-americana, e la prima asiatico-americana a diventare una celebrità internazionale.
Lo sa bene Hattie McDaniel (Queen Latifah) che ricevette l’Oscar come Miglior Attrice non Protagonista per Mami in Via col Vento, ma le fu permesso di accedere al teatro solo per ritirare il Premio.
Lo sa bene Avis (Patti LuPone), moglie del boss degli Studios, madre di Claire, che non ha mai sfondato come attrice, fa la casalinga, e pranza con Eleanor Roosevelt (Harriet Sansom Harris).
Il mondo di finzione di Ryan Murphy, che ha co-scritto con Ian Brennan, si incrocia con il mondo della Hollywood di quegli anni. Neri, gay, femministe, sesso, minacce, scandali, gigolò. Tutto sembra essere concesso, perdonato, insabbiato quando fa comodo, per arrivare al successo.
Hollywood è una serie che non arriva subito diritta al cuore. Abbiamo impiegato qualche episodio per comprendere la parabola narrativa di Murphy.
C’è ironia, c’è tragedia, c’è la passione per i film di quel periodo, c’è qualche fantasticheria di troppo, personaggi reinterpretati.
Ma quello che ci ha fatto allargare il sorriso, commuovere è il sogno americano di Murphy, che viene fuori con tutta la sua spavalderia dalla fine del quarto episodio, quando si comprende la sua prospettiva di revisionismo.
Le Arti con la loro bellezza potrebbero salvare il mondo: è questo il messaggio che l’autore di questa serie ci ha fatto arrivare. Il cambiamento è possibile a Hollywood, ma devi correre il rischio e voler cambiare le cose.
Ryan Murphy decide di riscrivere il dopo guerra hollywoodiano, con una donna nera che finalmente non recita indossando i vestiti di una cameriera, con due uomini che decidano di amarsi liberamente, con premi assegnati senza badare alle origini di un attore o attrice e tutto questo grazie al coraggio di due donne. Non vi sveliamo altro per non togliere nemmeno un briciolo di magia di questa favola.
E se… e se fosse stato così non ci sarebbero state tante storie tragiche di persone le cui carriere sono state incenerite e i sogni spezzati.
Libertino, esagerato, ma Hollywood riesce a trasmettere la grande influenza delle Arti, o almeno la missione grande che appartiene al Cinema e alle storie che racconta: cambiare il mondo.
Completamente priva di ingenuità, è una serie feroce e divertente. Da vedere.