Tra le mostre che meritano di essere viste a Venezia prima della loro chiusura vi è sicuramente l’esposizione presente alla Chiesa di San Samuele – aperta fino a domenica 29 settembre.
“Beati Pacifici: The Disasters of War and the Hope for International Peace” sono il titolo e la tematica scelte dal collezionista canadese W. Bruce C. Bailey, che espone a Venezia una selezione di opere tratte dalla sua collezione per lanciare un chiaro messaggio contro la guerra.
I primi passi in questa chiesa non fanno immediatamente presagire l’occasione speciale che si presenta al visitatore, ovvero di vedere esposte nello stesso spazio più serie di celebri incisioni create da quattro incredibili artisti: Francisco Goya (1746 – 1828), Otto Dix (1891 – 1969), Jake & Dinos Chapman (1966 e 1962). Le incisioni sono tutte accomunate dalla medesima tematica: violenze e sofferenze provocate dalla guerra, ma ogni artista convoglia nelle stampe la propria visione, trasmessa attraverso la tecnica prescelta (acquaforte, bulino, puntasecca o acquerello su incisione).
Davvero un’esposizione terrificante – in tutti i sensi – cioè disturbante per le immagini che vengono esposte, ma eccezionale per le capacità artistiche e creative espresse in queste tavole. Impossibile restare indifferenti davanti a queste opere.
Bailey ha acquistato la prima edizione di entrambi i Disasters of War: Los desastres de la guerra di Goya -pubblicata postuma nel 1863 – e The Disasters of War dei Chapman del 1999. L’intervento compiuto da Jack e Dinos sulle tavole di Goya, che quasi due secoli prima (l’idea originaria, infatti, è del 1810-20) denunciava l’operato dei soldati francesi in Spagna, va ben oltre il report storico per indagare il lato oscuro della coscienza umana. Amplificando ulteriormente le sofferenze delle vittime di guerra e inserendo icone contemporanee nelle tavole di Goya, i Chapman affrontano la repulsione e l’attrazione dell’uomo moderno rispetto a questo tipo di immagini. Ciò che Goya stesso probabilmente aveva provato a sondare, ovvero la profondità dell’animo umano. Indagine che invece non sembra affiorare nelle incisioni del 1633 di Jacques Callot: Les Grandes Misères de la Guerre – anche queste esposte in mostra – che tuttavia mostrano con efficacia le conseguenze di un atto vile come la guerra.
Der Krieg è ancora un’altra cosa. La guerra di Dix è infatti un urlo interiore, una spietata visione di quella che fu una guerra di trincea, che in queste tavole trasmette un dolore universale. Der Krieg ha visto la luce nel 1924, esattamente un secolo fa, ma è attuale nel soggetto e nella forma.
Come se non bastasse, accompagnano silenziosamente questa parade di riflessioni sull’orrore le tele di Marlene Dumas e Jules de Balincourt, la scultura di Folkert De Jong e la fotografia di Thomas Ruff.
Stempera lievemente l’atmosfera Country Rock di Peter Doig, quasi un barlume di speranza e un ritorno di leggerezza alla fine di una mostra così densa ed emotivamente interessante.
The Disasters of War
“Beati Pacifici: The Disasters of War and the Hope for International Peace”
Works from the Bailey Collection
Chiesa di San Samuele, Campo San Samuele, San Marco 3227 – Venezia
Ingresso gratuito