Il silenzio delle ragazze è un romanzo sorprendente, una versione al femminile e femminista dell’Iliade di Omero. La voce narrante, infatti, è quella di Briseide, principessa di Lirnesso fatta prigioniera dagli Achei.
La narrazione si apre proprio con la presa di Lirnesso. Briseide assiste impotente all’uccisione del marito e dei fratelli, alla caduta inesorabile della sua città. Le donne di sangue nobile vengono catturate e spartite come premio tra i migliori guerrieri achei. Briseide è il premio di Achille: «Il grande Achille. Il luminoso, splendido Achille; Achille simile a un dio». Il mito che circonda la figura di Achille viene raccontato sotto una luce diversa, dalla prospettiva del vinto. Per gli abitanti di Lirnesso e di Troia, l’eroe greco è soltanto un macellaio. Combatte senza pietà, accompagnato dal suo inconfondibile grido di battaglia.
Briseide abbandona la sua casa ridotta in macerie, barbaramente saccheggiata; la sua famiglia è stata decimata. L’Iliade ci racconta la relazione tra Achille e Briseide come una storia d’amore, ma la realtà è che la donna è prigioniera, costretta a diventare la concubina del Pelide. Serve vino, sorride e si corica accanto al corpo dell’uomo che ha massacrato la sua famiglia. Come lei, tante altre donne, che conosciamo pagina dopo pagina: Uca, Ritsa, Ecamede, Ifi, Criseide – poco più che bambina.
Partendo da queste premesse, Pat Barker costruisce un romanzo conturbante, esplorando una molteplicità di temi: il rapporto infelice di Achille con la madre; la relazione tra il giovane eroe e l’amico del cuore, Patroclo; la lite tra Achille e Agamennone per Briseide, raccontata da un punto di vista del tutto inedito. Una rivisitazione del mito, insomma, che dà voce alle donne e agli oppressi, offrendo una lettura inaspettata e coinvolgente.
Come sappiamo, la lite tra Achille e Agamennone per Briseide, porta il giovane eroe a ritirarsi dalla battaglia. Patroclo indossa l’armatura dell’amico, sperando così di spaventare i troiani. Riesce nell’intento, che però gli costa la vita. La morte di Patroclo apre un abisso nell’anima di Achille; il Pelide torna a combattere con maggiore ferocia, vendica l’amico (e forse amante) uccidendo Ettore e martoriandone il cadavere. Anche dopo la vittoria, Achille non ha riposo. Non c’è futuro senza Patroclo, non lo scuote nemmeno la vita che Briseide porta in grembo. Achille, consapevole di avviarsi alla morte, cede Briseide al compagno d’armi Alcimo, chiedendogli di crescere suo figlio. Briseide è un oggetto, una cosa che viene trasferita, che passa di mano in mano: Achille, poi Agamennone, infine Alcimo.
«Alle donne si addice il silenzio»: questa frase ritorna più volte nel corso del romanzo. La storia è fatta dagli uomini, dagli eroi come Achille, Ettore, Odisseo. Le donne hanno il solo ruolo di attenderli, amarli e compiacerli. Non hanno scelta né potere sulle loro vite, né in pace né tantomeno in guerra. Arianna, cugina di Briseide, compie l’unica scelta possibile: il suicidio.
La più celebre guerra di tutti i tempi è narrata dalla Barker in modo così originale e coinvolgente da trasfigurarla completamente. Il mito diventa mattanza. L’amore, stupro. Le vicende non sono più filtrate, ma raccontate dai vinti, da coloro che nella guerra hanno perso tutto. Briseide non tace: descrive ciò che vede, senza lagnarsi ma anche senza pietà. Le sue parole sono quelle di una donna che ha accettato il suo destino (non fugge dall’accampamento quando ne ha l’occasione), ma che lotta comunque per la sopravvivenza, per creare “una sua storia”:
A furia di ripensare al mio tentativo di fuga, mi ero convinta di aver voluto evadere non tanto dall’accampamento degli Achei, quanto dalla storia di Achille; avevo tentato, e non ci ero riuscita. Perché questa, badate bene, era la sua storia: la sua ira, il suo dolore. Che io fossi in collera, che soffrissi anch’io, non importava.
Le donne riprendono in mano una narrazione che per secoli è stata esclusiva degli uomini; lo fa Briseide nelle pagine di Pat Barker, spronando donne, vinti e minoranze a fare lo stesso oggi, a ritrovare la propria voce nella società contemporanea.
Pat Barker, Il silenzio delle ragazze, Einaudi, 2019, pp. 344, euro 18,50.