“Eva ha fatto bene: la conoscenza non è un peccato, è un dovere”.
“Maledetta la legge, fatta per i maschi, e maledetto anche Jahvè che mi ha fatta femmina”.
Solo alcune delle frasi che pronuncia Maria, una ragazzina che gioca con la fionda, che impara a memoria le Scritture, che vorrebbe viaggiare e imparare a leggere e scrivere e che cerca di fare, e desidera fare, tutto ciò che ai suoi tempi e per millenni è stato proibito alle donne. E che in alcuni, troppi Paesi, è ancora proibito.
“Ti sposerai e dimenticherai le tue pazzie”. Questa è risposta della madre di Maria, Anna, che noi chiamiamo santa.
“Ti uccido se scappi di nuovo”. Questa è risposta del padre di Maria, Gioacchino, che noi chiamiamo santo.
Solo un certo falegname, che aveva molto vissuto, viaggiato e imparato, che accoglie e protegge un esseno, ossia uno ritenuto eretico, che forse è fondamentalmente esseno o eretico lui stesso. si mostra comprensivo con la ragazza. Accetta di farle da Maestro e le rivela: “Metà delle cose che ti racconto sono contro la Legge”.
Poche citazioni solo per dare un’idea della trasgressività dei dialoghi, ispirati ai Vangeli apocrifi eppure rispettosi di una tradizione vista da un punto di osservazione che non è quello della consuetudine ma che, fuor di retorica, è invece quello della dignità umana. Maria è alla ricerca costante di senso per gli accadimenti e di una autodeterminazione che si scontra di fronte a un angelo arrogante e presuntuoso, che le annuncia una gravidanza che lei non cercava e non desiderava, che la getta nella disperazione.
Benedetta Porcaroli impersona Maria con efficacia e intensità. Alessandro Gassman è un Giuseppe (Gassman dice che preferisce evitare il “San”, e in effetti nel film non compare mai come tale) imponente e coraggioso, tormentato e appassionato, sempre affascinante: colto e solitario, consapevole che solo nella cultura c’è davvero dignità, onore e progresso. Straordinariamente simile al Giuseppe raccontato da Fabrizio de Andrè ne “La buona novella”.
La vicenda si svolge idealmente nella Nazareth di due mila anni fa, ma è azzeccatissima l’ambientazione nella Sardegna di oggi con personaggi del luogo che si inseriscono in modo perfetto nel tema. “È la mia Matera”, afferma il regista cagliaritano Paolo Zucca (classe 1972) ricordando che nella città dei Sassi si svolsero le riprese de “Il vangelo secondo Matteo”, di Pier Paolo Pasolini, e anche de La passione di Cristo, di Mel Gibson. E dunque perché andare a cercare lontano quando nella meravigliosa isola si trova tutto ciò che serve, dagli scorci più arcaici, a quelli più suggestivi, imponenti o desertici.
La pellicola, da non perdere! si ispira all’omonimo testo del 2007 della scrittrice Barbara Alberti, ed è stata presentata in anteprima italiana fuori concorso al 41° Torino Film Festival, novembre 2023.