“Inseparables” di Marcos Carnevale

Felipe, miliardario costretto su una sedia a rotelle in seguito a un grave incidente, deve assumere un terapeuta che lo assista durante la giornata. I candidati a disposizione sono molti, date le grosse possibilità economiche dell’uomo, ma nessuno tra questi riesce a convincere Felipe fino in fondo: tutti loro, infatti, si comportano nei suoi confronti con compassione.
Tutti, tranne uno: il giovane Tito, aiutante del suo giardiniere. L’unico che abbia continuato amarcos-carnevale-inseparables-se-va-al-festival-de-venecia-03_jpg_1097337557 trattare Felipe “alla pari”, l’unico tuttora in grado di parlare con lui normalmente, di farlo ridere. Una scelta bizzarra, che trova la disapprovazione delle persone più vicine a Felipe, data la totale inesperienza del giardiniere. Ma l’uomo non cambia idea, e così assume Tito come suo assistente terapeutico.

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Preludio di un rapporto che andrà ben al di là di quello lavorativo. Un’amicizia sincera, una sintonia totale che porterà Felipe a riacquistare la gioia di vivere. Ma, allo stesso tempo, uno scambio alla pari tra i due, fatto di esperienze e di bagagli culturali differenti.
Marcos Carnevale mette tanta carne al fuoco a Venezia. Parla di amicizia (vera, pura), parla di cambiamenti. Parla della sofferenza del “malato”: sofferenza che va oltre il dolore fisico, oltre l’handicap, e arriva fino al sentirsi emarginato, diverso. Sensazione spesso dovuta all’incapacità dell’altro di trattare la persona come un suo pari, paradossalmente proprio nel tentativo di metterla a suo agio.

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