Premiato con due David di Donatello, un Nastro d’Argento e un Globo d’Oro, deve il suo titolo alla contrada di nascita di Pirandello, autore delle novelle (L’Altro Figlio, Mal di Luna, La Giara, Requiem, Colloquio con la Madre) rappresentate nel film dai fratelli Paolo e Vittorio Taviani.

Anche se in parte modificate nel ritmo e nella trama, le novelle vengono trasposte con sostanziale fedeltà e rispetto dello spirito originale, ben rappresentando il contesto sociale e la divisione in classi del mondo siciliano di inizio Novecento.

I dialoghi che spesso riprendono il dialetto e la cadenza locali contribuiscono molto a immergere lo spettatore nel clima narrativo.

Sono frequenti primi piani e inquadrature di dettaglio significative, carichi di valenze simboliche e morali: la mano che raccoglie l’erba (Requiem), le lacrime (L’Altro Figlio), il volto sofferente (Mal di Luna). Allo stesso modo l’estrema cura nella scelta dei costumi conferisce maggiore realismo e veridicità al lungometraggio.

La musica accompagna e accresce l’intensità delle scene, enfatizzandone le tematiche.

Il cast e la regia si dimostrano all’altezza del compito, nel rappresentare la doppia presenza di dolore e umorismo tipica di tutti i personaggi pirandelliani.

Il film merita una visione attenta e partecipata che lascerà lo spettatore più cosciente della realtà siciliana di quell’epoca, che, come sempre in Pirandello, assume valore universale.