Guy Ritchie non ha mezze misure.
O così o niente. E la sua versione del leggendario King Arthur è una rivisitazione straripante e stravagante che diverte tanto.
Nella sua leggenda bretone non ci sono ancora Ginevra e Lancillotto. Non c’è nemmeno la tavola rotonda.
Tutto inizia quando Arthur è ancora un bambino, figlio di re Uther (Eric Bana) sovrano di Camelot.


Ma è un periodo molto teso e cupo. Il regno è in subbuglio, i maghi sono stati messi al bando, dopo secoli di convivenza pacifica con gli umani; e un mago oscuro, Mordred, in combutta con Vortigern (Jude Law), fratello invidioso del re, ha dichiarato guerra alla corona per conquistare l’ultimo baluardo rimasto. Il regno crolla nel terrore.

Uther viene ucciso, ma prima riesce a mettere in salvo Arthur che giunge a un villaggio di pescatori dove sarà cresciuto in un bordello. La strada forma il carattere di Arthur (Charlie Hunnam), che, adulto, ignaro del suo passato, cioè di chi sia in realtà, diviene una specie di boss della zona. Ma un giorno le acque intorno al castello si abbassano, facendo emergere una roccia con conficcata una spada. La leggenda narra solo il discendente di Uther, erede al trono, sarà in grado di estrarla

Vortigern, sempre più assetato di potere e qui in versione Erode, fa condurre alla spada nella roccia tutti i giovani dell’età che avrebbe suo nipote. E Arthur, per una serie di eventi rocamboleschi, finisce anche lui in fila per estrarre la spada. Spocchioso e infastidito mette le mani sull’elsa e avviene qualcosa di potente. Vorrebbe rinunciare a tutto e fuggire lontano, ma il suo destino è segnato. La guerra contro Vortigen ha inizio.

Le interpretazioni di Guy Ritchie sono euforiche, imprevedibili, energiche e allegramente rock. Si diverte a costruire le storie, praticamente un suo marchio di fabbrica, con giochi di narrazione. La combriccola messa in piedi dal regista assomiglia più a una squadra alla Robin Hood rispetto agli austeri cavalieri dipinti dalla leggenda; e questo è un punto a favore di Ritchie che sa interpretare l’epica a modo suo. E dimostra di saper fare il suo lavoro a partire dalla scelta del cast. Il Sons of Anarchy Charlie Hunnam ha il volto perfetto per il suo sprezzante king Arthur, Jude Law ha la perfetta bellezza diabolica per l’ambiguità malvagia del suo personaggio.

Tecnicamente ben fatto con un 3D che non opacizza gli elaborati sfondi in CG e una colonna sonora strabiliante con le musiche di Daniel Pemberton, King Arthur: Il Potere della Spada ha quell’approccio aggressivo tipico di Ritchie, criticato da tantissimi, apprezzato da noi. Perché la sensazione che trasmette è che sia lui il primo a divertirsi. E questo è contagioso.

 

Titolo originale: King Arthur: Legend of the Sword
Nazione: U.S.A.
Anno: 2017
Genere: Avventura, Fantastico
Durata: 126′
Regia: Guy Ritchie
Cast: Charlie Hunnam, Jude Law, Katie McGrath, Astrid Berges-Frisbey, Annabelle Wallis, Eric Bana, Mikael Persbrandt, Djimon Hounsou, Aidan Gillen, Hermione Corfield, David Beckham, Georgina Campbell, Freddie Fox, Poppy Delevingne
Produzione: Safehouse Pictures, Village Roadshow Pictures, Warner Bros., Weed Road Pictures
Distribuzione: Warner Bros. Pictures Italia
Data di uscita: 10 Maggio 2017 (cinema)