L’uomo è da poco arrivato sulla Luna, ma c’è ancora un piccolo e inesplorato spazio oscuro nel Pacifico. È il 1973 e le prime immagini satellitari non mentono: Skull Island esiste. Per scoprire cosa nasconde questo misterioso arcipelago si uniranno un’equipe di cartografi, una squadra di scienziati governativi visionari, un cacciatore scapestrato (Tom Hiddlestone), una fotografa pacifista (Brie Larson) e una divisione di elicotteristi dell’esercito americano intercettata a pochi giorni dal ritiro delle truppe USA dal Vietnam.
Cinematograficamente parlando, quest’isola la conosciamo benissimo fin dal 1933, anno della prima pellicola dedicata al mitico King Kong. Ora, dopo innumerevoli rivisitazioni, per stare al passo coi tempi, veloci e superficiali, la storia del gorilla gigante più famoso al mondo subisce un restyling contemporaneo programmato per il consumo usa e getta (il primo sospetto nasceva dal passaggio del claim da King Kong al modaiolo Kong is King).
Il tentativo di svuotare la storia di qualsiasi significato che andasse oltre la fruizione visiva del film è riuscito con successo. Dimenticate la versione cuore e tecnologia di Peter Jackson (King Kong, 2005) e abbandonatevi all’accattivante e coloratissimo safari fotoromanzesco di Kong: Skull Island. Le immagini iconiche dell’uomo contro la Natura si susseguono senza tregua in quadri ipersaturi e fumettistici, appositamente studiati per rilasciare endorfine ottiche adatte ai gamers più scafati e agli instagramers più arditi.
#sifilter.
Tutto quindi, in un film ipercinetico e sincopato, assume paradossalmente i contorni di una sequenza frammentaria di istantanee, slegate le une dalle altre, ma raggruppate in categorie ben definite, proprio come se ogni sequenza avesse un suo hashtag predefinito. A nulla può il mestiere indiscusso di tre amatissimi caratteristi, sempre pronti a fare la loro parte (Samuel L. Jackson, John C. Reilly e John Goodman), contro le pose artificiose e statiche dei protagonisti. Brie (Premio Oscar) Larson e Tom (Strike a pose) Hiddleston non evocano alcuna empatia, non hanno feeling tra loro e subiscono persino la verve attoriale e l’espressività più marcata dello scimmione digitale alto 12 piani.
Al contrario dei film precedenti, Kong: Skull Island si concentra esclusivamente – per ragioni commerciali che lasciano presagire un sequel – sui combattimenti tra mostri preistorici e malcapitati sull’isola. Nessuna cattura né viaggio verso New York. E in effetti, gli scontri a fuoco e i corpo a corpo tra mostri, per quanto poco originali, risultano godibili e anche abbastanza cruenti.
Peccato che dell’anima ancestrale di King Kong, del mondo fantastico che evoca e dei sentimenti contrastanti che suscita resti ben poco. Insomma, la storia simbolica e metaforica di Kong è asciugata fino all’osso, fino allo Skull del titolo; ma per godere della magia del vero cinema serve decisamente qualcosa in più.
Titolo originale: Kong: Skull Island
Conosciuto anche come: Skull Island
Nazione: U.S.A.
Anno: 2017
Genere: Avventura, Azione, Fantastico
Durata: 118′
Regia: Jordan Vogt-Roberts
Sito ufficiale: www.kongskullislandmovie.com
Cast: Tom Hiddleston, Brie Larson, Samuel L. Jackson, John Goodman, John C. Reilly, Tian Jing, Corey Hawkins, Jason Mitchell, John Ortiz, Thomas Mann, Shea Whigham, Toby Kebbell, Eugene Cordero
Produzione: Legendary Pictures, Warner Bros.
Distribuzione: Warner Bros Italia
Data di uscita: 09 Marzo 2017 (cinema)