Insomma, c’è quell’adagio di strada che sostiene, a ragione, quanto sia “più facile” stare vicino a una persona quando non è in forma, mentre sia più difficile, ma è lì che si rivela il vero amico, quando è felice. Insomma è ben più semplice la compassione che gioire delle gioie altrui.

Lo scopre sulla sua pelle il personaggio di Léa (Bérénice Bejo) in questa deliziosa commedia francese dall’acuto retrogusto amaro.


Léa e Marc (Vincent Cassel), Karine (Florence Foresti) e Francis (François Damiens) sono due coppie consolidate, amiche di vecchia data perché le due donne si conoscono dai tempi della scuola. Nel gruppo ognuno occupa il proprio posto, ognuno ha il suo lavoro, sono tutti allo stesso “livello”. Léa fa la commessa in un centro commerciale, Marc aspetta la promozione a manager in una fabbrica di alluminio, Karine lavora in un ufficio stampa e Francis lavora in un’agenzia.
Il loro equilibrio si spezza quando Lèa, la più indecisa e la più timida pubblica un romanzo con una grossa casa editrice. Scritto per hobby, non pensando di diventare scrittrice, perché la giovane donna è felice con il suo lavoro di commessa, ottiene un successo mondiale e contratti per i successivi romanzi.


Incredula del suo successo, del riscontro favorevole dei lettori, la giovane donna si ritrova sola: compagno e amici del cuore non sono in grado di accettare il suo successo, perché specchio delle loro insicurezze, dell’incapacità di essere felici più che per lei, per sé stessi e per quello che hanno.
Scritto e diretto da Daniel Cohen (Chef, 2012), tratto dalla piéce teatrale, La felicità degli altri è un film corale dolceamaro, una commedia sobria, che dispiega bene spirito e potenzialità grazie al tratteggio dei personaggi reso curioso e reale dall’interpretazione degli attori.