Un film potente e tragico, dove vita e morte, violenza e bontà, terrore e tenerezza, orrendo e meraviglioso si mescolano come in una danza metafisica, dove la natura è violata e brutalizzata non meno che le persone.

Siamo nei giorni nostri, in Nicaragua, un Paese in cui finora non è stato girato praticamente nessun film, un Paese travagliato e difficile, e del quale la regista ha scelto la parte peggiore, l’abisso. Ha infatti ambientato la sua pellicola nella discarica di La Chureca (letteralmente “città dei rifiuti”), la più grande del Centroamerica. Lì, circa mille persone, la metà sotto i 18 anni, raccolgono e selezionano spazzatura. Si tratta di un’area brutalmente violata eppure a poca distanza da uno dei luoghi archeologici più straordinari al mondo, quello delle “Impronte di Acahualinca”.

Così vive anche la piccola Maria (intensa e bravissima Ara Alejandra Medal), con i suoi cuccioli di cane e la madre single Lilibeth (Virginia Sevilla García, bravissima anche lei).
Madre e figlia sono sole e legatissime l’una all’altra, si raccontano storie di animali fantastici, come donne- gatto, e inventano un inesistente padre astronauta. Ma ben si capisce che solo grazie alla spazzatura non si campa, e che la donna è costretta a traffici con malviventi e a prostituirsi.

Un giorno dovrà lasciare la adorata figlia presso certi “amici”, con la vana promessa di tornare presto. In realtà la ribelle Maria si trova in una comunità dove tanti altri bambini ripuliscono i rifiuti per poterli rivendere. La morte fa parte dei giochi e delle filastrocche dei bambini, tutti orfani, come il più grandicello, Tadeo, ormai inesorabilmente avvelenato dai mortiferi vapori del mercurio.

Maria, in cerca della madre, tenta la fuga e vagando nella foresta si addormenta. Nel sogno una donna-gatto le lascia una carezza graffiante. Forse si salverà, forse morirà, ma quel graffio è per lei l’unica, forse l’ultima, immensa e vera gioia.
Con questo suo primo lungometraggio, la assai promettente regista nicaraguense Laura Baumeister (1983) è in concorso al 40° Torino Film Festival 2022.