“La scuola cattolica” di Edoardo Albinati non è, senza ombra di dubbio, un libro facile, non solo per la sua consistente mole, ma soprattutto per l’impegnativo compito di cui si è fatto carico lo scrittore romano.
Il romanzo, famoso tra il grande pubblico anche grazie all’omonimo film del regista Stefano Mordini, non è una truce ricostruzione degli eventi che per sempre macchiarono il nome del Circeo, bensì il lettore, inaspettatamente, viene fronteggiato da una minuziosa analisi della classe borghese italiana di mezzo secolo fa.
Il delitto del Circeo è, infatti, solo il punto di partenza per lo snocciolarsi dei pensieri e delle riflessioni dell’autore, che ha vissuto negli stessi ambienti e ha respirato la stessa aria di coloro che abusarono e trucidarono Rosaria Lopez e tentarono di fare lo stesso con Donatella Colasanti.
Albinati riesce ad immergersi completamente nel passato senza perdere in lucidità, mantenendo una giusta distanza: attraverso i suoi occhi di ragazzino, ripercorre e esamina ciò che fu, assistito dalla razionalità dell’uomo maturo.
“La scuola cattolica”, appunto, non è solo una minuziosissima analisi della classe borghese lato sensu, ma una ancora più dettagliata della sua parte maschile: un’indispensabile premessa col fine di specificare come gli assassini non fossero semplicemente additabili come “mostri”, il che non farebbe altro che semplificare la questione, bensì il giusto ed orgoglioso prodotto di un sistema fallace e malato.
Due aspetti su cui, indiscussamente, l’autore più si focalizza sono l’educazione impartita ai pupilli borghesi e la percezione della sessualità, quindi della donna. Il massacro avvenuto nelle periferie romane altro non è stato che la sublimazione di un’educazione che altro non ha fatto che creare uomini che, cresciuti nella bambagia, in un ambiente più che solo iperprotettivo, quale il nido parentale, una volta che ve ne escono e vengono esposti al mondo esterno si sentono in diritto a far di tutto senza prospettarsi alcuna conseguenza.
La mancanza di qualsivoglia educazione sessuale, la percezione di essere infallibili ed intoccabili, unite alla concezione della figura femminile, esacerbata negli ambienti dell’estrema destra, sono i leitmotiv della vita di questi ragazzi.
Innegabile è come, oggi più ancora più che allora, i mezzi di informazione propagandino in maniera pervasiva il sesso, così come la nudità femminile, alla strenua di un bene voluttuario: ogni giorno si assiste ad un’ipersessualizzazione dettata dai bisogni della società dei consumi. Così Il sesso, e anche la figura della donna, non fanno altro che essere annoverati tra gli innumerevoli beni di consumo.
Nella stampa popolare, così come nella televisione, per descrivere un crimine sessuale è deliberato e sdoganato l’uso di toni ammiccanti con il preciso scopo di stuzzicare il lettore: la donna, ancora una volta e anche da morta, viene dipinta come un oggetto sessuale, lungi dall’aver riconosciuta la dignità di soggetto.
Autore: Edoardo Albinati
Titolo dell’opera: La scuola cattolica
Editore: Rizzoli
Prezzo: 18,00€