Il laboratorio di teatro di cittadinanza dello Stabile del Veneto, ideato dal regista Mattia Berto, prosegue sabato 22 febbraio dalle ore 16 alle ore 18 circa con la seconda performance del progetto Questa vita è un’Odissea. Venezia apre le sue case al teatro nella casa della famiglia Fullin a Dorsoduro, una giovane coppia di professionisti con un bambino, che vivono a Venezia nonostante le difficoltà di una città così speciale. La dimora della famiglia Fullin, in gran parte al piano terra, durante l’eccezionale acqua alta del 12 novembre scorso, ha subito dei danni così grossi da portarli a chiedersi se continuare a vivere a Venezia o meno. Da qui l’idea, concepita con Mattia Berto, di aprire le porte del proprio privato al teatro di cittadinanza dello Stabile del Veneto per riflettere sulla città e sui cambiamenti dei luoghi del vissuto quotidiano, traendo spunto dal famoso viaggio di Ulisse e dalla sua ricerca della strada giusta per ritornare a casa. L’obiettivo del progetto è quello di coinvolgere la cittadinanza attiva, che resiste agli stravolgimenti che accompagnano la contemporaneità, grazie alla capacità che ha il teatro di metterli in relazione.

Dice il regista Mattia Berto: “dopo essere stati ammaliati dal canto delle sirene nella prima tappa del viaggio a Palazzo Rubelli, il prossimo attracco porterà i partecipanti ad essere ospiti nella casa di Circe, ovvero l’abitazione della famiglia Fullin. La maga Circe li accoglierà insieme alle sue ancelle, offrirà loro cacio e miele ma, allo stesso tempo, trasformandoli in porci, li colpirà con la verga e li rinchiuderà nel porcile. È grazie a Circe che si è aperta la nostra riflessione su quanto e cosa abbia maggior potere nella trasformazione della nostra personalità e del nostro carattere. Ogni allievo ha lavorato sul proprio bagaglio soggettivo per cercare di dare a sé stesso e agli altri la sua personale risposta. Temi come seduzione, abbrutimento, trasformazione del corpo sono stati la palestra per la costruzione di questa nuova azione. Grazie ai laboratori di teatro di cittadinanza al Teatro Goldoni, sta sempre più crescendo una comunità di abitanti che insieme condividono, sperimentano e usano il teatro come motore di aggregazione sociale e come osservatorio privilegiato sui cambiamenti dei luoghi che vivono. In un momento storico di grande spaesamento e perdita di coscienza sociale è incredibile come questa esperienza veneziana rappresenti una piccola eccellenza virtuosa. Invito gli spettatori, i partecipanti ai laboratori, i padroni di casa, veneziani e foresti tutti a pensare la fragile, ma forte Venezia come la propria Itaca, una casa per tutti noi”.

Ulteriori informazioni: Per assistere alla performance è necessario iscriversi entro il 20 febbraio scrivendo una mail a laboratori.teatrogoldoni@teatrostabileveneto.it. L’ingresso è gratuito, il punto d’incontro è previsto all’imbarcadero di San Basilio 5 minuti prima dell’inizio di ogni performance.