“La tomba delle lucciole” di Isao Takahata

Un capolavoro dal passato

A distanza di 27 anni dall’uscita in madrepatria, il capolavoro antimilitarista di Isao Takahata Hotaru no haka – distribuito da Koch Media col titolo più letterale La tomba delle lucciole – ha potuto finalmente vedere il buio delle sale italiane in data 10 e 11 Novembre, con il valore aggiunto di un nuovo doppiaggio italiano a cura di Gualtiero Cannarsi, storico punto di riferimento per l’adattamento dei dialoghi dei film Ghibli.

In un Giappone ormai stremato dal prolungarsi del secondo conflitto mondiale, l’adolescente Seita si vede costretto a fuggire dal suo villaggio nella prefettura di Kobe a causa dei bombardamenti americani, facendosi carico della sorellina Setsuko: ad attacco concluso, il giovane viene a sapere del ferimento della madre, che morirà di lì a poco. I due si trasferiscono dunque presso una zia che li accoglie controvoglia anteponendo al loro benessere quello della figlia, finché, in seguito all’ennesimo sopruso, decidono di fare di un vecchio rifugio antiaereo la loro dimora a tutti gli effetti. Dopo un primo periodo di spensieratezza, per i protagonisti inizia un calvario che li porterà a sperimentare sulla propria pelle le conseguenze più amare della guerra, quali la povertà, la fame, l’abbandono e la malattia, insormontabili persino per il “fratellone” Seita, la cui buona volontà non potrà infine nulla contro l’indifferenza di coloro che lo circondano.

Il film costituisce un’opera fondamentale per la comprensione del tratto e della mente registica di Takahata, orientato verso un realismo crudo ma mai indelicato, in grado di imprimere a fuoco nella mente degli spettatori di ogni età l’orrore del più grande errore sinora commesso dalla razza umana, discostandosi dalle parafrasi fantascientifiche e fantasy di stampo Miyazakiano. Takahata prende inoltre le distanze da Miyazaki per quanto riguarda la struttura narrativa, abbandonando la linearità tradizionale – più comprensibile a un pubblico di giovanissimi – in favore di un elemento per certi versi metanarrativo: le immagini che scorrono davanti ai nostri occhi infatti non sono nuove alle anime di Seita e Setsuko, che in una muta Via Crucis ripercorrono assieme allo spettatore le tappe dell’ultima parte della loro vita, fino alla scena finale in cui fratello e sorella contemplano i grattacieli della moderna metropoli sorta su quelle che prima erano solo macerie – una indiretta celebrazione della capacità di ripresa del popolo giapponese.

Ulteriore elemento di modernità è la caratterizzazione psicologica dei personaggi principali, i quali, data la giovane età, sono incapaci di sofferte e profuse elucubrazioni: per far comunque percepire l’entità del loro dolore nella sua pienezza, Takahata utilizza lo strumento dell’epifania, affidando ad avvenimenti esterni apparentemente insignificanti il compito di scatenare i sentimenti più reconditi di Seita e Setsuko. Accade quindi che Takahata giustapponga spaccati di vita quotidiana – contraddistinti da un elevato livello di dettaglio – alle sequenze più pregnanti, offrendo al contempo un ritratto più verisimile della società dell’epoca. Tale espediente è coadiuvato dal montaggio, che instaura numerosi paralleli tra la situazione contingente e i ricordi di Seita – emblematica a questo proposito la scena in cui Setsuko seppellisce le lucciole innescando nel fratello la reminiscenza della cremazione della madre in una fosse comune.

Al di là dell’indiscutibile valore estetico, il pregio di questa pellicola è ancor più evidente se si guarda al vigore dell’insegnamento morale che essa veicola e all’inevitabile immedesimazione che provoca, oggigiorno difficilmente riscontrabili nel mondo dell’animazione e perciò indispensabili alle nuove generazioni di spettatori. Immune ai nazionalismi e senza cedere al compromesso del lieto fine, Takahata narra una storia paradigmatica della sorte di migliaia di bambini che durante la guerra sono stati privati del loro nido da impersonali macchine di morte, la cui luce, come quella delle lucciole, si è spenta anzitempo.

Titolo originale: Hotaru no haka
Nazione: Giappone
Anno: 1988
Genere: Animazione
Durata: 90′
Regia: Isao Takahata

Social network: facebook
Cast (voci): Tsutomu Tatsumi, Ayano Shiraishi, Yoshiko Shinohara, Akemi Yamaguchi
Produzione: Shinchosha Company, Studio Ghibli
Distribuzione: Koch Media
Data di uscita: 10 Novembre 2015 (cinema)