In Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia 2024 nella sezione Orizzonti arriva il quinto film della regista Carine Tardieu: “Volevo raccontare la storia di una donna che rivendica un’indipendenza emotiva, le cui fondamenta vengono scosse da un incontro. Ho voluto esplorare una storia di adozione e la forza inarrestabile dell’affetto. Di fronte alle avversità, emerge un nuovo tipo di famiglia: un legame proteiforme formato dall’unione emotiva di quattro adulti che stanno scoprendo e imparando a gestire le loro relazioni, in delicato equilibrio su una fune tenuta tesa da due bambini”.

La cinquantenne Sandra (Valeria Bruni Tedeschi) è solo “la vicina di casa” quando si trova a badare a un bimbetto sveglio, Elliot (César Botti), perché i suoi genitori stanno correndo in ospedale per far nascere la sorellina. La tragedia piomba improvvisa, e il destino travolge vite, e con le vite le certezze e le pianificazioni su cui erano comodamente adagiate.

Alex (Pio Marmaï) ha una neonata cui badare, e un figliastro che probabilmente ha le idee più chiare di tutti.
E Sandra osserva dalla sua porta sul pianerottolo un piccolo mondo pensando di restarne al di fuori, di rimanere “solo la vicina di casa” per Elliot, Alex, per il padre biologico di Elliot, per la nuova compagna di Alex.
C’è solo un metro e mezzo scarso tra le due porte. È sufficiente: ci sono legami innati che si intrecciano indipendentemente dalla volontà, in questo caso della libraia Sandra, e che crescono poco alla volta, giorno dopo giorno, obbedendo a leggi naturali, non umane.

La sceneggiatura intima e intuitiva scritta dalla regista con Raphaële Moussafir, Agnès Feuvre, e adattata dal romanzo L’Intimité (2020) di Alice Ferney, è strutturata seguendo i mesi di crescita della piccolissima Lucille (fino ai 2 anni), e ruota in senso antiorario, non ricalca leggi, non segue un percorso tracciato. È un film irregolare, anche nel senso che forse non sarà perfetto nel suo cambiare spesso prospettiva, esplorando i cambiamenti e gli adattatementi, l’amore, e la vocazione all’amore, e l’attaccamento (riferimento del titolo originale).
Non capiremo alla fine la differenza tra attaccamento e amore, forse è quella del titolo internazionale: i legami che ci uniscono.
Però alla fine un’immagine originale, ma non per questo meno affettiva, profonda di famiglia, formata da diversità leggere eppure complesse, legate emotività mature, che sanno andare avanti.
Spicca una meravigliosa Valeria Bruni Tedeschi.