Si è conclusa la 44ma Edizione del Festival Internazionale del Teatro della Biennale di Venezia. Tra gli ultimi spettacoli presentati al pubblico Le chagrin des Ogres (Il dolore degli orchi), dell’autore e regista Fabrice Murgia.
Murgia, nato a Verviers (Belgio) nel 1983, apprezzato regista a cui è stato conferito il Leone d’argento per l’innovazione teatrale dalla Biennale di Venezia nel 2014, è stato nominato quest’anno Direttore del Théâtre National di Bruxelles. Un traguardo importante per un giovane autore che ha avuto modo di essere apprezzato in ambito internazionale grazie proprio a Le chagrin des Ogres, spettacolo scritto e messo in scena nel 2009, molto amato per la sua originalità e durezza evocativa.
Le chagrin des Ogres viene presentato per la prima volta in Italia al pubblico del Festival del Teatro della Biennale di Venezia in lingua originale, magistralmente interpretato dai bravissimi Emilie Hermans, Anthony Foladore, Laura Sépul.
La favola nera di Murgia pone l’attenzione sulle angosce e il malessere delle nuove generazioni, attraverso un linguaggio innovativo e attuale, utilizzando la tecnologia video e insistendo sulla forza del suono e dell’immagine. Viene indagata la delicata stagione dell’adolescenza attraverso due figure che appaiono isolate in due claustrofobiche stanze, separate dal mondo esterno da una vetrata attraverso cui il pubblico può intravederle. Entrambe hanno una webcam puntata in volto che riprende i loro monologhi, proiettati istantaneamente in scena su larga scala.
La figura femminile è Laetitia, un’adolescente in coma in ospedale dopo avere tentato il suicidio, la quale sogna di vivere nella paura, segregata da anni in uno scantinato dal malvagio Wolf.
La storia ricorda l’agghiacciante vicenda di cronaca di Natascha Kampusch, rapita a dieci anni da Wolfgang Přiklopil e tenuta per otto anni rinchiusa in una stanza di pochi metri quadrati, fino al momento della sua coraggiosa fuga, avvenuta nel 2006.
La figura maschile è Sebastien, ragazzo introverso e arrabbiato, che rifiuta la realtà, preferendo le mura protettive della sua stanza e vivendo una vita solitaria, rifugiato nel mondo virtuale di internet dove crea l’alter ego forte e malvagio Resistant X. Il personaggio di Sebastien è ispirato a Sebastien Bosse, diciottenne tedesco che nel 2006 tentò di compiere una strage nella sua scuola e in seguito si suicidò.
Una terza figura, sempre presente in scena, commenta i monologhi dei protagonisti, senza essere udita dagli stessi. Il personaggio è una bambina mostruosa vestita in bianco, sporca del suo stesso sangue che le ricopre il volto e le macchia il candido vestito. La voce è alterata e viene resa spettrale grazie all’utilizzo di un apposito microfono. E’ l’infanzia violata che muore, l’innocente età infantile che abbandona con violenza i protagonisti in un giorno particolare, in cui Laetitia decide di crescere e con enorme coraggio si spoglia delle sue paure per risvegliarsi e tornare alla vita e Sebastien diventa adulto, scegliendo invece l’epilogo nella distruzione e la morte.
Non ci sono dialoghi, ma soltanto monologhi. Regna l’incomunicabilità, prevale un gran senso di malessere, incomprensione, solitudine. E’ uno spettacolo toccante e coinvolgente. Il pubblico fatica a non commuoversi, dato che tutti hanno attraversato il momento delicato che dall’età infantile porta all’età adulta e hanno almeno una volta provato il sentimento di disorientamento e vulnerabilità che sentono Laetitia e Sebastien.
Lo spettacolo si chiude con la delicata canzone di John Lennon Oh My Love, il cui testo evoca la tanto desiderata e difficile riconciliazione con sé stessi e con il mondo.
Le chagrin des Ogres è in programma dal 29 novembre al 3 dicembre 2016 al Théâtre National di Bruxelles.
Fabrice Murgia
Cie Artara
Testo e regia Fabrice MurgiaCon Emilie Hermans, Anthony Foladore, Laura Sépul
Assistente alla regia Catherine Hance
Suono Maxime Glaude
Video Jean-François Ravagnan
Luci Manu Savini
Scene François Lefebvre
Costumi Marie-Hélène Balau
Produzione Le Théâtre National-Bruxelles
In collaborazione con Cie Artara, Festival de Liège, Théâtre & Publics