Un gruppo di dodici alieni inviati dalla coreografa Marie Chouinard atterra sulle scene teatrali ironizzando sulla sfera politica che governa il pianeta terra; e nella serata di ieri, 28 maggio, il turno è toccato al Teatro Toniolo di Mestre, in occasione del 7° Festival Internazionale di Danza Contemporanea della Biennale di Venezia.
Il palcoscenico prescelto espone cavi a vista e robotiche lampade a rotelle, a richiamare un certo immaginario di mondo futuro o extraterrestre; dopo una lenta insinuazione, i rosei corpi si stendono a terra in un ritmico ondeggiamento dai versi di lamento, riso, pianto primordiali, destando nel pubblico un sentore di incomunicabilità. Il fine congeniale dell’acuta trovata si rivela nella scena successiva, in cui l’incomunicabilità grottescamente si trasforma in complice ironia: i volti dei danzatori si fanno portatori di dodici maschere, raffiguranti tutte la medesima immagine di Silvio Berlusconi, che incombe sul pubblico con un inebetito, quanto malizioso sorriso. I corpi, nel frattempo, seguitano la loro danza, fino a conferire al governatore burleschi aspetti animaleschi. Un’ulteriore sagacità della beffa fa pensare che questi snodati alieni ci osservino dal loro pianeta, perché essi prontamente adattano le maschere ai singoli paesi di cui soggiogano un teatro: si veda, ad esempio, la prima a Vancouver, dove i faccioni ritraevano il Primo Ministro canadese Stephen Harper.
Una volta abbattuta l’estraneità iniziale, ai burleschi visi presidenziali succedono le ultraterrene sembianze dei protagonisti che, confidenzialmente, si lasciano osservare dagli spettatori, spingendosi fino all’estremità di una pedana posta a sovrastare le prime file della platea. Dorati capelli corti, grandi orecchie a punta e occhialoni neri su volti plastici caratterizzano i ballerini; questi, lungo l’intero comporsi dello spettacolo, intrecciano e snodano figure dalle scultoree grazie estetiche, in continuo rimando alle armoniose proporzioni dettate dal numero aureo, cui il titolo fa riferimento. Ma, in seguito, il lato ironico di Marie Chouinard s’impadronisce nuovamente delle coreografiche scene, con un’invasione di volti anziani, nonché, subito prima dei calorosissimi applausi finali, attraverso la metamorfosi degli alieni in nudi infanti: dal corrotto ambiente politico all’impotente vecchiaia, verso una speranzosa redenzione da parte delle neonate generazioni.
La parte sonora interseca gemiti, risa ed ermetiche frasi in lingua inglese e francese, a una musica che, assorbita dall’empatia con le voci umane, spesso finisce per emularle. A completamento della dinamica scena, alcune inquadrature dello spettacolo vengono moltiplicate all’interno di cinque schermi posti sul palco, così da amplificarne l’impatto quantitativo e percettivo: l’attenzione del pubblico viene, in tal modo, catturata a 360°, escludendo ogni rischio di lasciare gli spettatori indifferenti.
Le nombre d’or (LIVE) -Prima europea- ideazione e coreografia Marie Chouinard – musica originale Louis Dufort – scene Guillaume Lord, Marie Chouinard – luci Alexis Bowles – costumi Vandal
con Mark Eden-Towle, Eve Garnier, Benjamin Kamino, Leon Kupferschmid, Lucy M. May, Lucie Mongrain, Mariusz Ostrowski, Carol Prieur, Gérard Reyes, Dorotea Saykaly, James Viveiros
produzione Compagnie Marie Chouinard, in coproduzione con The National Arts Center (Ottawa), The Place des Arts (Montréal), Vancouver 2010 Cultural Olympiad – con il supporto di ItPulsTanz (Vienna)
durata 80′