Penultimo film presentato nel concorso internazionale a questa settantesima edizione del Locarno Festival, Gli Asteroidi è anche l’unico film italiano in lizza per il Pardo d’Oro. Si tratta del primo lungometraggio da regista del filmmaker Germano Maccioni, alle prese con un dramma criminale ambientato nella vasta e desolata campagna romagnola.
Pietro, Ivan e “Cosmico” sono tre ragazzi poco piú che ventenni che si conoscono da sempre, nati e cresciuti in un piccolo paese di campagna in Romagna. Nonostante i tentativi del padre per trovargli un lavoro come operaio in una fabbrica della zona, Ivan continua a guadagnarsi da vivere rubando sia negli appartamenti che nelle chiese della zona (ricche di preziosi candelabri d’epoca) per Ugo, un losco pizzaiolo dal passato criminale. Quando a seguirlo per un importante e pericoloso colpo saranno anche Pietro, tormentato dalla mancanza del padre suicidatosi per debiti, e “Cosmico”, affetto da alcuni problemi mentali ma costantemente ossessionato dalle stelle e da un fantomatico asteroide che secondo lui estinguerà l’umanità, prenderà il via un climax ascendente che terminerà in un tragico finale.
Nonostante si percepisca la volontà di fare un film diverso dal solito, Gli Asteroidi presenta tutte quelle criticità da manuale facili da trovare nell’opera di un esordiente. Tralasciando alcuni buchi di trama e alcuni piccoli salti logici e temporali, traspare la volontà da parte dell’autore di collegare storie di difficoltà che provengono dalla vita di tutti i giorni degli italiani con temi piú alti, con un qualche senso di “cosmico” che Maccioni sembra voler contrapporre al materialismo di alcuni personaggi. Purtroppo però questi riferimenti a qualcosa di più grande, a una non ben precisata sfera spirituale sono appena accennati e sembrano quasi inseriti a forza nella trama del film. Non è certo d’aiuto la performance poco naturale dei tre attori protagonisti (anche se, come è corretto segnalare, si tratta di esordienti assoluti) bilanciata però di quella di un nome importante del teatro in italia, ovvero Pippo Delbono nel ruolo del criminale senza scrupoli Ugo.
L’unico aspetto di tutto al film in cui l’obiettivo di conferire alla pellicola un’atmosfera sognante viene conseguito è forse quello delle musiche, dove la colonna sonora ambient del compositore Lorenzo Esposito Fornasari riesce a rendere anche più intense le lunghe inquadrature di gigantesche parabole e cieli stellati, tanto suggestive quanto gratuite, affiancata da alcuni brani originali della band indie pop Lo Stato Sociale, presente nella pellicola in un breve cameo. Curioso anche il cameo del veterano critico cinematografico Tatti Sanguineti nel ruolo di un prete, con cui Maccioni lavorò da aiuto regista sul set di Belluscone di Franco Maresco nel 2014.
La buona volontà di un regista al suo primo lungometraggio di narrativa si sente tutta, ma non basta a rendere Gli Asteroidi un film all’altezza anche solo degli altri 17 in concorso.