“L’Oro è Giallo” di Benedetta Fallucchi

“Diventare adulti significa controllare i propri orifizi”.
L’Oro è Giallo, il primo romanzo della giornalista Benedetta Fallucchi (lavora nella sede di corrispondenza romana del maggiore tra i quotidiani giapponesi), è spiazzante e spiritoso, a tratti ha una vena struggente che pulsa interesse nel lettore.
La protagonista di questo romanzo si sveglia spesso di notte per fare pipì, ha il terrore dei bagni pubblici, teme di non riuscire a trattenerla quando è in viaggio e sempre, sempre, rintraccia minzioni rappresentate ovunque, nelle pinacoteche come nelle riviste d’arte contemporanea o al cinema.
Al pari degli Inuit, poi, crede che la vescica sia la sede della sua anima. Ed è proprio lì, infatti, che individuerà le ragioni di una felicità trattenuta, di un piacere sospeso.
L’Oro è Giallo è un romanzo unico nel suo genere. È una riflessione sul corpo umano, e sul suo controllo, interiore ed esteriore, dalla vescica al cervello, dall’ossessione per i fluidi corporei alla visione che lo sguardo altrui, ossia gli altri ne hanno e hanno di lei: la protagonista, che medita sui suoi ricordi, in costante dialettica con la sua vescica.
Quadri e capitoli si alternano con una scrittura fluida per intrecciare le vicende della protagonista e della sua vita vulnerabile da donna, compagna e madre, con i ricordi sbiaditi e traumatici del passato a più o meno celebri simbologie nell’Arte nelle sue forme più espressive – dipinti, film, performance – da Jean- François Millet a François Boucher, da Jun’ichirō Tanizaki a Paul Gauguin, da Kiki Smith a Monica Bonvicini a Stanley Kubrick.
Non è un romanzo per tutti, solo per chi ha il coraggio di scottarsi.

 

Benedetta Fallucchi, L’Oro è Giallo, Hacca edizioni 2023, € 15