Il racconto di un micro-cosmo argentino sbarca al 34° Torino Film festival con Los decentes scritto e diretto da Lukas Valenta Rinner. Il film inizia con alcuni primi piani di donne, di età ed estetica differenti, che si stanno sottoponendo a provini per fare le domestiche. Tra tutte ad essere scelta è Belén (Iride Mockert), ragazza argentina in cerca di un lavoro.
La giovane è assunta presso la casa, grande e asettica, di una famiglia borghese formata da madre e figlio. Le sue giornate trascorrono tra una faccenda domestica e l’altra, nel lavare perfettamente vetri e pavimenti e nel sistemare preziose tazze da collezione senza sbagliare abbinamenti. Tra le avances della guardia di sicurezza del quartiere e il corso di pasticceria, Belén vive inerme la sua vita. In un silenzio quasi ingombrante.
Ma la routine monotona e tediosa della sua quotidianità è destinata ad essere sconvolta. Infatti la ragazza, curiosando, s’imbatte in un cancello di sicurezza, un cancello che tiene fuori qualcosa: un popolo di nudisti. Da qui la sua vita cambia: il diverso, che a primo impatto la turba spingendola a tornare nel nido sicuro con quel suo andamento curvo e mesto, poi la incuriosisce, facendole capire che quella gente è più simile a lei di quanto pensasse.
Dalla marcata impronta documentaristica e con uno sguardo d’indagine, Lukas Valenta Rinner confeziona un’opera seconda degna di merito, compiendo un’indagine silenziosa attraverso la protagonista del suo film. Una pellicola satirica, forte, che si struttura sulla bravura camaleontica dell’imbruttita Iride Mockert che, nel corso del film, si lascia trasportare dalla libertà di essere se stessa.
Questa profonda analisi della società racconta senza filtri il modus vivendi della diverse classi sociali esistenti, di quel divario che non è solo estetico, come in Los decentes, ma anche e soprattutto mentale. E da qui una separazione necessaria con una grande barriera che lascia fuori qualcosa, o forse, che tiene dentro altro. Dalla costrizione delle mura domestiche di una villa borghese asettica nell’arredo alla prevalenza di spazi e colori naturali nei quali “i diversi” vivono la loro vita.
Guardando la pellicola viene da chiedersi: ma chi sono realmente “i decenti”? Chi sta fuori e chi dentro il cancello contenitivo? I silenzi e lo sviluppo del personaggio di Belén fanno interrogare su quale sia la risposta corretta alla domanda, in un finale a sorpresa nel quale si giunge ad un inevitabile scontro fisico e morale che può solo concludersi con vincitori e vinti.