In sala cala il silenzio: solo una luce, morbida, soffusa, si posa su un uomo elegantemente vestito con un abito nero e una camicia bianca che si avvicina ad un leggìo; dietro lui, sull’estremità opposta, si intravede un fisarmonicista che introduce le parole del lettore. L’uomo dal vestito elegante è Luca Zingaretti, noto al pubblico per aver vestito i panni televisivi del commissario Montalbano, il musicista è invece il Maestro Germano Mazzocchetti, anche compositore dei brani di accompagnamento. La lettura in questione è un’elaborazione drammaturgica dell’interprete, tratta dal racconto di Tomasi di Lampedusa “La Sirena”, pubblicato da Feltrinelli nel 1961, a quattro anni dalla scomparsa dell’autore.
La vicenda è ambientata a Torino nel 1938: in un caffè, apparentemente per caso, s’incontrano due siciliani; uno è un giovane giornalista, Corbera, discendente di un’antica casata siciliana, l’altro, il senatore La Ciura, è un ex professore universitario di letteratura greca. La solitudine che vivono singolarmente, è l’elemento, l’ aitìa, che facilita il loro avvicinamento, che li unisce.
Zingaretti segue nella lettura due livelli, un primo che narra l’incontro fra Corbera e La Ciura e il reciproco affidarsi e fidarsi l’un l’altro, un secondo concentrato prevalentemente sulla condivisione di un dettaglio intimo della vita del burbero professore: l’amore fra costui e la sirena Lighea, figlia di Calliope. Sullo sfondo la città di Augusta, il caldo caratteristico di un agosto siciliano e un esame per conseguire la cattedra di letteratura greca all’università; sfinito dallo studio e dalla calura, l’uomo trova ristoro e concentrazione in una piccola casa in riva al mare prestatagli da un amico partito per la Svizzera.
La passione per la creatura marina è talmente profonda, arcaica, totalizzante, da
condurre lo studioso a non poter mai più ambire a qualcosa di inferiore: del resto, nessun sentimento avrebbe potuto reggere il confronto con quella passione estiva, sintesi tra realtà e immaginazione, fra magia e mistero, fra poesia e vita.
La Sirena apre un ciclo di letture che la Fondazione TeatroDue terrà fra gennaio e maggio 2007: un lettore d’eccezione per un racconto intenso, dedicato all’amicizia, all’esperienza umana come forma di ‘partecipazione’ alla vita, come momento di ‘condivisione’della propria singolarità e…dell’eccezionalità che, talvolta, ci rende protagonisti.
Interpretazione vibrante: Zingaretti, per circa sessanta minuti, veste i panni di entrambi i personaggi senza esasperazioni, caratterizzando l’uno e l’altro in modo attento e abilmente ironico, cercando, attraverso la parola e le sue oscillazioni, di seguire la penna di un grande autore, prima attraverso la forma, passando dal suono al significato, cercando di penetrare il valore più nascosto (e autentico) di ciascuna sillaba.
Esperimento-questo del Due- vivace e acuto, che spinge lo spettatore a concentrarsi sul suono, sulla parola appunto e non prevalentemente sull’immagine, in un ritorno metaforico, ad esempio, alle letture radiofoniche di alcuni decenni fa.
Il Principe Salina concluderebbe dicendo che “bisogna che tutto cambi, perché tutto resti com’è”.