Oyinkan Braithwaite è una giovane scrittrice nigeriana, dalla biografia ancora piuttosto misteriosa. Bazzica da un po’ il mondo dell’editoria e del racconto breve, mentre Mia sorella è una serial killer è il suo primo romanzo.
«L’unica cosa che avevo in mente, quando ho iniziato a scrivere, era parlare del ‘come’ la società si relaziona con la bellezza», ha spiegato la Braithwaite, «tutti gli altri temi si sono insinuati durante la scrittura: sono questioni su cui ho riflettuto in diversi momenti (e a diversi livelli) nel corso degli anni, credo sia naturale che si siano manifestate nel mio lavoro». Non sorprende, quindi, che Mia sorella è una serial killer sia un ibrido, un insieme di thriller, commedia, romanzo psicologico, storia d’amore. Questa commistione non appare in alcun modo forzata, anzi: il romanzo scivola agilmente dai temi più leggeri alle atmosfere più noir; la prosa è fluida; la trama coinvolgente, suscita una domanda dietro l’altra anziché fornire risposte.
La voce narrante è quella di Korede: una donna precisa e ordinata, che lavora come infermiera ed è segretamente innamorata di un collega medico, l’affascinante Tade. Ma ciò che più la contraddistingue è indubbiamente l’amore incondizionato per la sorella Ayoola. Cosa dire di questa seconda protagonista, se non che si tratta di una ragazza bellissima? Tutti gli altri personaggi sembrano ruotare come satelliti attorno al corpo seducente di Ayoola. Le donne la ammirano, gli uomini la vogliono. La sua bellezza è tale da oscurare ogni altra caratteristica: la sua creatività, l’intelligenza, l’abilità nel cucito. Se ne rende conto la stessa Ayoola: gli uomini non la amano davvero, vogliono solo “una bella faccia”. Lo lascia intendere chiaramente anche il dialogo tra uno dei suoi fidanzati e la sorella Korede:
“[…] cosa ti piace di mia sorella?”
“Tutto.”
“Ma se dovessi specificare?”
“Be’…lei è… È veramente speciale.”
“Okay… Ma che cos’è che la rende speciale?”
“È così… È bella… ed è perfetta. È la prima volta che desidero così tanto stare con una persona.”
Le due sorelle sono legate da un segreto scabroso: Ayoola finisce sempre per uccidere i suoi fidanzati, e ogni volta Korede, con la sua ossessione per l’ordine e la pulizia, l’aiuta a ripulire la scena del crimine e a disfarsi dei cadaveri. Non è chiaro cosa muova Ayoola: lei sostiene sempre che si tratti di legittima difesa. La prima volta Korede le ha creduto con facilità; la seconda un po’ meno; e poi la terza… Il terzo omicidio converte legalmente Ayoola in una serial killer. Ma Korede non si fa troppe domande, o meglio, se ne fa ma senza mai mettere in discussione l’amore per la sorella. Fino a che quest’ultima non inizia a frequentare proprio Tade, l’amore segreto di Korede.
La nuova coppia sembra perfetta: entrambi belli e affascinanti, paiono destinati a un futuro radioso. Tade ha già comprato un anello, non vuole farsi scappare la splendida Ayoola. Korede, intanto, è divisa su questa relazione: non solo perché era sinceramente innamorata del dottore, ma anche perché conosce fin troppo bene le abitudini della sorella. Non sapendo con chi aprirsi, si confida con un paziente in coma ormai da mesi, Muhtar. Gli rivela tutto, come un fiume in piena: aveva davvero bisogno di sfogarsi. Ma dopo pochi giorni il paziente si sveglia, e ricorda ogni cosa.
Muhtar non pensa di denunciare le ragazze; al contrario, fa capire a Korede che è solo lei a potersi liberare di questo peso insopportabile, rivelando la verità. Tra i due scatta una certa intesa; per un attimo vediamo balenare davanti a noi un destino diverso per Korede: un futuro con il saggio Muhtar, in cui non dovrà più proteggere la sorella e farsi carico di nascondere i suoi crimini. Ma il legame con Ayoola non è così facile da spezzare.
Un romanzo ben scritto, in cui ritroviamo parecchi aspetti della cultura nigeriana (in primis la corruzione diffusa a Lagos); la storia si snoda in un arco temporale discontinuo, con numerosi flashback che ci portano a intravedere l’infanzia violenta vissuta dalle sorelle. Mia sorella è una serial killer è una splendida opera prima, sia per i personaggi femminili forti, sia per la riflessione sui sodalizi affettivi che solo le donne sanno creare.
Oyinkan Braithwaite, Mia sorella è una serial killer, La nave di Teseo, 2020, pp. 229, 19 euro.
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