Liberamente tratto dell’omonima pièce del 1934 di Georges Berr e Louis Verneuil, qui sceneggiato (l’ambientazione è spostata dal mondo degli affari a quello del cinema) dal regista François Ozon, Mon Crime. La Colpevole Sono Io è una spassosa commedia in giallo.
Negli anni ’30, a Parigi, Madeleine Verdier, avvenente giovane attrice squattrinata e con un talento ancora (!) acerbo, si dichiara colpevole dell’omicidio di un produttore molto noto. Con l’aiuto della sua migliore amica, e coinquilina, Pauline, giovane avvocatessa neo laureata, senza clienti, affronterà un processo che le darà una fama da prima pagina.
Assolta, perché divenuta simbolo contro il patriarcato, inizia così una nuova vita, fatta di gloria e di successo, fino a quando una inattesa verità non viene a galla.
Il 22° film di Ozon è un gioioso e sofisticato intrigo, un elegante racconto femminista, una godibile farsa poliziesca, una rilettura francese dell’hollywoodiana screwball comedy che sorride ammirata a Ernst Lubitsch e Billy Wilder.
“In questa storia, mi sono concentrato principalmente sui rapporti di potere e dominio. Volevo mostrare come due giovani donne degli anni ’30 riuscissero a cavarsela grazie alla loro intelligenza e alla loro perspicacia. Inoltre sviluppano gradualmente una coscienza politica e diventano femministe in qualche modo inconsapevolmente” ha raccontato Francois Ozon.
Non Crime. La colpevole sono io scorre su un ingranaggio perfetto: è diretto con la sagacia di chi si diverte e vuol divertire in modo intelligente, è efficace nel sostenere l’attenzione di chi guarda con un ritmo scandito da briosi e instancabili dialoghi e un’attenzione civettuola ai dettagli.
L’intuito di Ozon non sbaglia nemmeno nella scelta di un cast che si presta a giocare in modo sublime con i ruoli, e, ça va sans dire, con il mestiere dell’attore.