Le grandi manifestazioni dell’arte ufficiale nell’Europa dell’est da Vienna a Monaco a Praga e nella Capitale italiana offrono sempre lo spunto alla nascita di movimenti che sono in opposizione con l’ufficialità.
La Secessione cioè la rottura con le precedenti produzioni artistiche – siamo nell’ultimo decennio dell’800 – interessa le grandi capitali europee: Monaco, Vienna, Praga, Roma. In esse dominano le Accademie che dettano e consacrano gli stili. Non si trattò solo di abbandonare l’arte ufficiale, fedele ai canoni prefissati e immutabili, ma di modificare il concetto stesso di arte facendolo più generale ed esteso, applicandolo agli oggetti di uso quotidiano, cambiando quindi concetto artistico e perfino l’ambito in cui si applicava.
Dall’empireo dell’idea astratta andava estendendosi al vivere nella sua totalità: tutto ciò che ci circondava diventava all’occhio creatore arte sublimata. Spetterà a Warhol in particolare completare questo processo.
A Rovigo presso il Palazzo Roverella è visitabile la mostra Secessioni Europee. Monaco. Vienna. Praga. Roma. che rende visibili affinità e discrepanze dei diversi linguaggi espressivi di questo movimento.
La pittura del paesaggio che aveva dominato fra il ‘700 e l’800 andava completamente mutata spostando l’attenzione dal paesaggio per lo più idilliaco e pittoresco alla figura umana alla quale faceva da sfondo. Atmosfere crepuscolari e notturne, “eros e vànatos”, amore e morte sfumano spesso in toni macabri.
La rottura artistica partì da Monaco e prese il nome di Secessione per poi irrompere in Europa, ma è solo in Vienna che le nuove idee acquistarono un alone misticheggiante, comprendendo l’opera d’arte nella sua totalità: architettura, arredamento, arte decorativa, grafica con un approccio moderno sofisticato.
La Mostra è suddivisa secondo sezioni tematiche dedicate alle singole città europee.
La perla, tra le altre presenti, nel settore viennese, è l’olio su tela di Gustav Klimt dove vengono raffigurate “Amiche (le sorelle)” in cui dal misterioso nereggiare sorge la tenerezza dei visi, il loro senso di spaesamento e insieme del loro compiacersi in un trionfo contenuto e orgoglioso del bizantineggiare, proprio della scuola. Più contemplativo invece il ritratto della”Signora con il cappello” dello stesso Klimt che si adagia nella distensione di un rosso tenue. Accanto, guerriero, innovativo e sfidante il “nudo di donna” di Egon Schiele che afferra come un’arma il suo vestito blu.
Il settore dei quadri praghesi è dominato da Josef Vachal con le sue tele dalla varietà stilistica miracolosa che si armonizza e trasfigura, dalla danza sfrenata del policromismo a all’astratto terrificante e misterioso e fiabesco.
La pittura monacense è ha il suo principe in Franz von Stuck con fasi di minaccia infernale dai bui terrificanti e dalle figure dagli sguardi demoniaci sino a tematiche fiabesche e mitologiche, adagiandosi poi nel porgerci ritratti di donne dal sorriso accattivante e di ospitale bellezza.
La scuola romana abbonda di figure femminili tra il realismo e un accennato astrattismo che precorrono tematiche e stili propri del novecento: Edoardo Cappelletti, Aleardo Terzi, Galileo Chini, Giulio Bargellini, Arturo Noci, Enrico Lionne, il nostro Guido Cadorin con la composta Donna con il Kimomo, Arturo Martini, Felice Casorati e altri validissimi artisti.
Una mostra che avvince e tale da porgerci un esauriente contenuto dei valori delle Secessioni Europee.
(ha collaborato Giacomo Botteri)
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Rovigo, Via Laurenti 8/10ORARI MOSTRA
Feriali 9.00-19.00
Sabato e festivi 9.00-20.00
Aperta 7 giorni su 7