Nello spazio a L’Avogaria di Venezia in scena“L’incognita”, teatro di persona e di figura

Dopo il debutto a fine settembre al Teatro Nuovo di Verona e le repliche al Rossetti di Trieste arriva sabato 16 novembre (ore 21) e domenica 17 (ore 18) al Teatro a L’Avogaria di Venezia la nuova produzione dello Stabile di Verona, L’incognita, una commedia goldoniana della stagione delle “sedici commedie nuove” (1750-51), praticamente sconosciuta, che nello spettacolo ideato e costruito da Piermario Vescovo e Antonella Zaggia unisce teatro di persona e teatro di figura sulla falsariga di precedenti allestimenti, Titus e Racconto d’inverno di William Shakespeare.

L’incognita rappresenta senz’altro il culmine del procedimento romanzesco in Goldoni, che caratterizza il periodo della concorrenza con l’abate Pietro Chiari. Quest’ultimo, infatti, metteva allora in scena, peraltro “a puntate”, proprio i romanzi di Marivaux e Fielding. Il rapporto di Goldoni col romanzo a lui contemporaneo è stato messo in luce ed indagato negli ultimi anni, soprattutto da parte di studiosi giovani, contro i luoghi comuni imperanti sul commediografo, ma risulta sostanzialmente
ignorato dalla scena. In questo testo Goldoni recupera gli intrecci romanzeschi del teatro del secolo a lui precedente, utilizzando anche Lelio bandito (1624) di Giovan Battista Andreini, con un personaggio omonimo, qui figlio degenere e spericolato di Pantalone, e un’ambientazione ad Aversa, nel Regno di Napoli, ripresa proprio da quella “tragicommedia boschereccia”.
L’azione procede rapida come un ideale piano-sequenza, con luoghi che entrano l’uno nell’altro, si modificano e si sospendono, tra realtà (quella degli attori che fingono) e finzione (quella dei personaggi che si devono credere veri). Ventiquattro ore – da un’alba a un tramonto –stipate di accadimenti fino all’inverosimile, che – come osservano gli stessi personaggi – sembrano degni un romanzo, dal quale si potrebbe eventualmente ricavare una commedia. La storia appare tanto falsa, rocambolesca, densa di fatti e situazioni, da sembrare più adatta a burattini che ad esseri umani: la dimensione romantica è tessuta di menzogna, mentre il romanzesco rivela la verità, come ci dicono le donne che si scoprono sotto le vesti di manovratrici di fantocci.
Un cast, infatti, tutto al femminile che vede impegnate, oltre ad Antonella Zaggia, Manuela Muffatto, Federica Mulas, Bianca
Padoin, Marika Tesser, Francesca Zava e la partecipazione di Eleonora Ruzza.
Le luci sono di Nicola Fasoli, sartoria di Caterina Volpato.
Lo spettacolo, prodotto da Teatro Stabile di Verona e Centro Teatrale Da Ponte, è stato ammesso a contributo della Regione Veneto sui fondi per l’”identità veneta”.

Per prenotare visitare il sito dell’Avogaria e scrivere alla email prenotazioni@teatro-avogaria.it.