Girato in Piemonte tra l’ottobre 2015 e il giugno 2016, Nome di Battaglia Donna è il dovuto riconoscimento alle Donne della Resistenza, Staffette Partigiane, senza il cui lavoro, la Liberazione sarebbe stata molto più complicata.

timthumb (1)Durante la Resistenza, nel novembre 1943 sono nati i “Gruppi di difesa della donna per l’assistenza ai combattenti per la libertà”; questi promossero numerose manifestazioni per rivendicare la pace in città e nei comuni della provincia; le donne raccoglievano indumenti per i partigiani, confezionavano bandiere e bracciali, le anziane facevano calze di lana e maglie, le più giovani facevano le gappiste in città, le staffette, o imbracciavano le armi per liberare l’Italia dai nazisti e dai fascisti.
Protagoniste narranti di Nome di Battaglia Donna sono Marisa Ombra, Carmen Nanotti, Carla Dappiano, Gisella Giambone, Enrica Mtimthumb (2)orbello Core, Maria Airaudo, Rosi Marino, Maddalena Brunero; donne che hanno partecipato alla Resistenza in Piemonte –  in città, in campagna e in montagna – che raccontano e si raccontano, illuminando difficoltà e impegno di una stagione decisiva per la nostra storia e trasmettendoci preziose informazioni, ritratti di un’epoca, passione, perdite e lutti così come conquiste.
timthumb (3)Questo documentario è nato dall’incontro del regista con Maria Grazia Sestero, Presidente dell’ANPI Piemonte. Segre è stato invitato a compiere questo indispensabile e urgente viaggio, intervistando i racconti delle staffette partigiane, donne combattenti per la libertà. “Non potevo tirarmi indietro – ha raccontato il regista – come ebreo ho un debito di riconoscenza nei loro confronti. Era un obbligo morale realizzare questo film”. 
Nome di Battaglia Donna 
non è celebrativo, è privo di retorica, per nulla didascalico, ma sa timthumbavvicinare e commuovere il pubblico, restituendo alla Storia il ruolo fondamentale delle Donne nella Resistenza.
E’ un documentario che va visto e promosso, soprattutto nelle scuole. Il coraggio di queste donne, che hanno sfidato la tortura e la prigione per la Libertà, va celebrato oggi più che mai. Sopratutto per porre fine a un indecoroso e vergognoso revisionismo storico. Nome di Battaglia Donna inizia con il racconto di Marisa Ombra che ricorda quando fu ritrovato il corpo trucidato dai nazista della martire della Libertà Gabriella Degli Esposti, partigiana antifascista.