Quarantuno giorni alla deriva nell’Oceano Pacifico. La storia vera di Tami Oldham diventa un film emozionante con riprese acquatiche ricche di suspense. Una storia di amore, coraggio e tenacia.
Tahiti, 1983. Tami Oldham (Shailene Woodley) sta girando il mondo con poco bagaglio e molta curiosità. Quando conosce Richard Sharp (Sam Claflin), un velista anche lui in viaggio in cerca di avventura, per entrambi è amore a prima vista. Hanno in comune una passione, la vela, e il sogno di solcare i mari inseguendo l’avventura. A Richard viene offerta la possibilità di trasportare una barca da Tahiti a San Diego dietro un interessante compenso e i due decidono di partire per attraversare 4000 chilometri di Oceano Pacifico.
Dopo pochi giorni di navigazione, un uragano di proporzioni terrificanti si abbatte sulla loro imbarcazione. Tami e Richard cercano di salvare la barca, ma alla fine dovranno cedere alla forza del mare.
Al suo risveglio, Tami trova la barca distrutta e Richard gravemente ferito; lei stessa è ferita alla testa, probabilmente con una commozione cerebrale. I mezzi di comunicazione sono stati distrutti, Tami è sola in mezzo all’Oceano, lontana settimane di navigazione dal porto più vicino. E c’è Richard, da curare, nutrire, salvare in una corsa contro il tempo.
Inizia così una odissea che durerà 41 giorni. Alla deriva, come fa immediatamente intuire il titolo originale del film (Adrift) diretto da Baltasar Kormákur. Il regista islandese, che già aveva mostrato di saper ritrarre la natura in modo spettacolare in Everest, anche questa volta usa straordinarie immagini per raccontare sia l’uragano che si abbatte sulla barca, sia la desolazione della deriva, che diventa specchio della solitudine di Tami
Il film è tratto dall’omonimo libro Resta con Me (pubblicato in Italia da Harper Collins) che Tami ha scritto dieci anni dopo il naufragio e di cui gli sceneggiatori (poi anche produttori) Aaron and Jordan Kandall si sono letteralmente innamorati, riuscendo alla fine a scrivere la sceneggiatura con la consulenza di Tami, per raccontare tutti gli aspetti più drammatici di questa storia nel modo più accurato possibile.
Costruito partendo dalla deriva, il film ricostruisce con flashback lo sbocciare dell’amore, il viaggio, la tempesta. Il presente è la solitudine, la sete, la fame e soprattutto il coraggio e la resilienza con cui Tami cura Richard, attingendo a tutte le sue risorse per salvare l’unico uomo che abbia veramente amato.
Resta con me ha le sue parti migliori nelle riprese sull’acqua e sott’acqua, nella tempesta ricreata non solo con effetti “hollywoodiani”, ma con i ricordi che ancora abitano nella mente di Tami. Girato come un thriller in cui i killer in agguato sono la natura e l’oceano, seducenti e suggestivi eppure letali, Resta con me si perde, purtroppo, nella narrazione della storia d’amore tra Tami e Richard, prevedibile in tutte le romantiche parti che la descrivono e penalizzata dalla mancanza di alchimia tra i due attori sullo schermo.
Shailene Woodley è brava quando, da sola, affronta i 41 giorni alla deriva – il film si regge soprattutto sulla sua interpretazione – ma continua a sembrare sola anche quando interagisce con Sam Claflin-Richard.
Il titolo italiano punta sul grande amore, ma non fatevi ingannare.
È l’acqua, qui, la vera star. Anzi, l’oceano.
Resta con me
titolo originale: Adrift
Regia: Balthasar Kormakur
Durata: 96′
Sito ufficiale: www.adrift.movie
Interpreti: shailene Woodley, Sam Claflin, Grace Palmer, Jeffrey Thomas, Tami Aschcraft
Uscita: 29 agosto 2018