Kenneth Branagh, dopo aver diretto Lily James e Richard Madden nel dinseyano live action Cinderella, li dirige a teatro nella tragedia più famosa e citata di tutti i tempi Romeo e Giulietta.
Una versione moderna, intrigante e indimenticabile. Siamo immersi nella “Dolce Vita” italiana del 1950, ma siamo sempre a Verona dove infiamma la rivalità tra Montecchi e Capuleti. Si respira aria felliniana, nonostante alcuni inutili cliché italiani. La passione, che passa per le mani di Branagh, dal palcoscenico avvolge lo spettatore ammaliato nel cinema.
Vulnerabile Lily James, che convince di più nella seconda parte, molto fisico Madden, focoso e innamorato, entrambi sono supportati da un ottimo cast, sciolto e ben diretto in affascinanti costumi anni 50.
Raffinato, impetuoso e veloce, anche se a discapito delle profondità del dramma, non annoia mai questo impavido e visionario Branagh.