Instagram, Tik Tok, Facebook, una infinità di corpi, volti, filtrati per apparire sempre più fintamente perfetti in un mondo in cui l’estetica è tutto e se non condividi e non appari, non esisti.
Ci vuole coraggio a girare un film come Sick of Myself in cui l’individualismo e il narcisismo diventano la molla per imbruttire, deturpare, rovinare quel guscio senza difetti di pelle e carne che contiene – dovrebbe contenere – il nostro io.
Sostenuto dai produttori di The Worst Person in the World, il trentottenne regista norvegese Kristoffer Borgli (regista del prossimo Dream Scenario con Nicholas Cage, prodotto da quei geniacci di A24) scrive e gira un film fuori dal comune, con due ottimi interpreti e una cattiveria come solo gli scandinavi sanno fare (basti pensare a Triangle of Sadness di Ruben Ostlund o al perfido e inquietante Under the Tree dell’islandese Hafsteinn Gunnar Sigurðsson, solo per fare un paio di esempi).
Signe (Kristine Kujath Thorp) è una millennial carina ma non troppo, piuttosto insicura, con un banale lavoro senza particolari sbocchi in una cafeteria di Oslo, Norvegia. Quando il suo insignificante fidanzato artista Thomas (il visual artist Eirik Sæther, qui nel suo primo ruolo importante) raggiunge miracolosamente un rapido successo con sculture fatte di sedie rubate, la loro già competitiva relazione prende una piega stravagante. Signe deve essere al centro dell’attenzione, soprattutto quando insieme a lei c’e Thomas. Dopo aver provato con una (finta) grave allergia durante una cena, deve alzare il tiro e quale migliore garanzia di attenzione che una malattia rara, sconosciuta e incurabile?
Un farmaco russo illegale e ritirato dal commercio perché sfigura la pelle, una montagna di bugie e mezze verità, effetti collaterali sfiguranti che vanno oltre il suo controllo: e in tutto questo ancora l’attenzione non è tutta su di lei. Quindi ci vogliono nuove bugie, nuovi stratagemmi per essere al centro del mondo.
Mentre Signe si rovina l’esistenza e deturpa sé stessa sempre di più, fa terra bruciata con i pochi amici e distrugge la sua relazione con Thomas – peraltro basata su fragili e narcisistici presupposti – nella sua testa gira un film in cui ha successo, viene coccolata dai media, scrive un libro di successo. Niente di tutto ciò avverrà, ovviamente, anche se un pizzico di salvezza potrebbe trovarsi in un centro olistico in cui, tra una bugia e l’altra, un moderno guru saltella nei boschi accompagnato dai suoi adepti-pazienti.
Girato in 35 millimetri, Sick of myself è una satira feroce e piena di spiazzante umorismo sui nostri tempi, sulle relazioni tossiche e disfunzionali. E’ anche una oltraggiosa commedia antiromantica che si prende gioco del romanticismo e dell’ossessione per l’apparire e, infine, è un film che vi farà discutere molto dopo la parola fine.
Un bel film, ben fatto, che parla di persone terribili che fanno cose terribili.
Titolo Originale: Sick of Myself
Regia: Kristoffer Borgli
Interpreti: Kristine Kujath Thorp, Eirik Sæther, Fanny Vaager, Fredrik Stenberg Ditlev-Simonsen
Durata: 97 minuti
Produzione: Oslo Pictures
Nazione: Norvegia
Anno: 2023
Uscita Italia: 5 ottobre 2023