Dopo aver perso e ritrovato un figlio in un gioco di equivoci, scenate di gelosia e duelli continuano Le Disavventure di Arlecchino, per la rassegna estiva del Teatro Goldoni di Venezia. Sino al 31 agosto si replica Arlecchino e l’anello magico, uno degli ultimi canovacci del periodo francese di Carlo Goldoni insieme a Il figlio di Arlecchino perduto e ritrovato, tradotto e adattato dal regista Marco Zoppello, per il progetto di riscoperta e rinascita delle Commedia dell’Arte prodotto dal Teatro Stabile del Veneto.
Nei panni di Arlecchino, l’attore Stefano Rota che a 30 anni dall’esordio con La Pazzia di Isabella (TAG Teatro, Venezia, 1989), torna a interpretare la maschera più famosa del mondo, accompagnato da sei giovani attori professionisti della Compagnia Giovani del Teatro Stabile del Veneto, nata dal progetto TeSeO – Teatro Scuola e Occupazione con il sostegno della Regione Veneto.
Il protagonista della commedia è un Arlecchino anomalo, non più “gatto” ma “cane” (per la precisione Carlino, in onore della somiglianza della maschera col muso dell’animale e inventato da Carlo “Carlin” Bertinazzi che Goldoni incontra a Parigi), non più servo ma formaggiaio, non più vittima dei padroni ma artefice, suo malgrado, del proprio destino e che cerca di trovare spazio nel proprio mondo.In un bosco, a pochi passi dalla città di Bergamo, Arlecchino, marito di Argentina, è sopraffatto dalla gelosia e tenta il suicidio. Un mago lo salva e gli dona un anello dal magico potere: chiunque lo indossi dimenticherà il passato e le proprie sciagure. Il povero diavolo dovrà quindi reimparare tutto, dal valore del denaro a cosa sia un matrimonio. Arlecchino guadagna quindi uno sguardo fanciullo, privo di sovrastrutture, fatto di bisogni primari e di scoperte continue. Ma anche di sonore bastonate: chi può pretendere di vivere senza denaro? Solo un pazzo. Goldoni si affida alla magia per giocare un personaggio estraneo al mondo e noi, raccolta la sfida, di questo mondo ne abbiamo esplorato i confini. Ne risulta una città popolata di personaggi caricaturali, innamorati egoisti, viscidi servitori e madri autoritarie. Accanto a Stefano Rota ne sono interpreti Davide Falbo, Meredith Airò Farulla, Lorenza Lombardi, Eleonora Marchiori, Marlon Zighi Orbi, Pierdomenico Simone