Leo, un regista in cerca di ispirazioni dopo un lungo blocco creativo, parte per il sud della Francia per lavorare ad una nuova sceneggiatura. Durante le sue peregrinazioni incontra Marie, una giovane donna con due figli che vive con il padre e si occupa del gregge di famiglia.
Tra i due nasce subito un’intesa anche di natura amorosa, che ha però un’evoluzione repentina quando la donna, rimasta nel frattempo incinta di lui, cade in una profonda crisi depressiva post parto, e decide di abbandonare il compagno e il nuovo figlio. Leo, rimasto solo con un bambino da accudire, deve a questo punto rivedere le priorità della propria esistenza, oltre a cercare un’idea valida per il nuovo film.
Diretto dal regista francese Alain Guiraudie, autore de Lo sconosciuto del lago, premio per la miglior regia nella sezione “Un Certain Regard” al Festival di Cannes 2013, il film affronta da subito tematiche scomode e per nulla scontate, come l’abbandono di un minore da parte della madre e quella, ancora più controversa, del suicidio assistito.
Se generalmente sono gli uomini che rifiutano la paternità, in Rester vertical vediamo invece una madre che decide di lasciare al suo destino un neonato, scelta che certamente creerà irritazione e fastidio a più di uno spettatore.
Per quanto riguarda invece la “dolce morte”, anche in questo caso vi è una presa di posizione netta da parte del regista verso un argomento considerato tabù nella nostra società: per Guiraudie la scelta di porre volontariamente fine alla vita di un altro essere umano che soffre non solo è solo moralmente giustificata, ma andrebbe in qualche modo anche istituzionalizzata.
Titolo originale: Rester vertical
Conosciuto anche come: Staying Vertical
Nazione: Francia
Anno: 2016
Genere: Drammatico
Durata: 98′
Regia: Alain Guiraudie
Cast: Damien Bonnard, Christian Bouillette, Laure Calamy, India Hair, Raphaël Thierry
Produzione: Les Films du Worso
Data di uscita: Cannes 2016 – In Competition
2016 (cinema)