Tancredi è il miglior pittore italiano, dai Futuristi in poi. Nel suo periodo migliore, ai tempi in cui io lo proteggevo, dal 1952 al 1957, i suoi quadri avevano una qualità magica. Qualità mai raggiunta da nessun pittore italiano, né prima né dopo allora.
Peggy Guggenheim
La Collezione Guggenheim di Venezia presenta la retrospettiva di uno dei pittori più talentuosi degli anni cinquanta; Peggy Guggenheim lo ha definito “il migliore pittore italiano dopo i futuristi”.
Una retrospettiva che racconta l’opera e l’evoluzione completa di un grande artista, che dipingeva con la tempera e con semplici strumenti e supporti, ma che al tempo stesso creava opere di grande impatto.
Tormentato dalla pittura, lui stesso diceva: “Vorrei dipingere ad ogni ora, emozione e idea”.
Quando espose a Venezia, nella casa di Peggy Guggenheim nel 1954, la sua mostra era una continua evoluzione, ogni giorno proponeva opere nuove.
Così anche questa retrospettiva, sala dopo sala, sorprende lo spettatore.
Nella prima sala le opere della giovinezza di Tancredi, nella seconda le sue influenze Pollochiane (vede Pollock ma dipinge con uno stile personale); dalla terza le opere esprimono il suo amore per la natura.
Nelle sale successive troviamo un omaggio a Venezia fino a all’esplosione artistica dell’ultima sala.
La mostra è “un ritorno a casa” per Tancredi voluto fortemente dalla Fondazione e dal curatore Luca Massimo Barbero.Una mostra che coinvolge il pubblico con una pittura vista da vicino, per apprezzare non solo l’arte e la creatività, ma anche la tecnica.