Sei amiche si incontrano per la loro avventura annuale. Il tranquillo ed emozionante week-end si trasformerà ben presto in un’agghiacciante e sanguinaria scoperta. Cosa si nasconde nelle viscere della terra?
La terra custodisce come una madre. Ma è belva quando nasconde avidamente i propri tesori. La terra si plasma, si dilata e si comprime. Come il tempo. Che lascia nella mente i ricordi, le angosce, i rancori. La terra trova la sua essenza nella sua duplicità: è vita con la luce, è morte con il buio.
Il film di Neil Marshall è in bilico tra originalità e approssimazione. Tra citazionismo gratuito e gusto della sperimentazione. Nel mare di sangue e morti, qualcosa riesce pure a salvarsi. E questo non è un male. Anzi, se si considera la recente tendenza del cinema horror, escluso ovviamente il caso più unico che raro di maestro Romero, questo è uno dei film di maggiore coinvolgimento emotivo e di sperimentazione visiva dell’intera stagione. Questo conferma l’ottimo stato di salute del genere nel Regno Unito, che ha deciso di puntare sulla qualità di film con vicende originali piuttosto che sulla quantità di remake asettici modello Usa. Il segreto del film sta tutto racchiuso nelle caverne. Sia dal punto di vista narrativo, che dal punto di vista stilistico, il luogo è il vero protagonista del film. Niente di nuovo se si pensa alla formula fissa dell’horror movie: luogo buio sommato a presenza misteriosa.
La vera novità, che poi è anche una delle poche cose da salvare, è la scelta di ambientare tutto sotto terra, in mezzo ai cunicoli, alle rocce. Atmosfere cupe e asfissianti. Luoghi chiusi e persi nel buio. Ma le idee a volte non bastano a salvare un film. Qui le energie sono buttate tutte in un altro gioco, forse più divertente e meno paranoico, ma assolutamente meno gratificante per lo spettatore. Lo sguardo si stanca presto. E siccome il serbatoio delle idee comincia a svuotarsi, si cerca di tenere sveglio lo spettatore con qualche spavento da “nascondino” e con qualche giochetto citazionistico. Della serie se loro vi hanno fatto paura, allora io li cito, così faccio paura anch’io. Ma la vera paura è faticosa da modellare. Come la risata. Forse ancor più arduo il compito di chi vuole spaventare. E’ un percorso lento e graduale, furbo e penetrante. Inutili, pertanto, le panoramiche aeree (Shining), qui non c’è nessuno che controlla tutto. E’ inutile pure la macchina da presa a mano nel bosco (The Blair Witch Project), qui non ci sono misteriose presenze nel bosco, sono altrove. E più si va avanti più se ne incontrano, dall’urlo sotto la doccia (Psyco), alla maschera di sangue (Carrie), da “Il tredicesimo guerriero” ad “Aliens”. Come se non bastasse pure le creature delle tenebre imitano il Gollum.
Alta tensione assicurata, ma questo non è un film coraggioso. Almeno non quanto le proprie protagoniste. Qui non si rischia nulla. Il desiderio e l’ambizione di riscoprire un nuovo genere manca totalmente.
Titolo originale: The descent
Nazione: Regno Unito
Anno: 2005
Genere: Horror
Durata: 99’
Regia: Neil Marshall
Sito ufficiale: www.thedescentthemovie.co.uk
Cast: MyAnna Buring, Craig Conway, Natalie Jackson Mendoza, Molly Kayll, Stephen Lamb, Shauna Macdonald
Produzione: Christian Colson
Data di uscita: Venezia 2005
21.10.05