Per Thomas Cailley Les Combattants – distribuito in Italia come The fighters – Addestramento di vita – costituisce il primo tentativo alla regia dopo una carriera di sceneggiatore di cortometraggi: si potrebbe azzardare anzi che la trama è talmente lineare da poter forse essere condensata appunto in un ulteriore corto…
Il giovane falegname Arnaud Labrède – interpretato dall’esordiente Kévin Azaïs – si scontra in un combattimento amichevole organizzato in spiaggia da alcuni militari con una coetanea tutt’altro che femminile, la quale di lì a poco si rivelerà essere Madeleine Beaulieu – Adèle Haenel –, la figlia dei suoi nuovi clienti. Dopo un iniziale imbarazzo i due iniziano a conoscersi ed emerge che Madeleine è ossessionata dalla fine del mondo, a suo dire ormai imminente: per prepararsi al meglio intende entrare nelle forze di terra, e come primo passo si iscrive a un corso di sopravvivenza organizzato dall’esercito. Il passivo e insicuro Arnaud si risolve dunque a seguirla al corso, ed è qui che il suo amore per Madeleine sarà ricambiato, quando, separatisi dai loro compagni, si avventureranno nella foresta sfidando i loro limiti e mettendo infine a rischio la loro stessa vita.
Come si evince da questa premessa, la caratterizzazione dei protagonisti è alquanto schematica e rientra in quelle forme di apparente anticonvenzionalità comportamentale che sono già state codificate da diversi autori con maggiore convinzione e risultati artistici migliori. Madeleine sembra una via di mezzo tra la mascolina Jane O’Neill de Soldato Jane e l’introversa Allison Reynold de The Breakfast Club: quest’ultimo film è stato ampiamente preso a modello dal regista, il quale inserisce persino un riferimento esplicito a esso, ovvero la maglietta che indossa Arnaud appena salito sul treno alla volta del campo d’addestramento. Per quanto riguarda Arnaud, si tratta di un personaggio privo di sfaccettature, il che è coerente con la sua occupazione ma contribuisce insieme ad altri elementi a rendere il film una mera successione di eventi: se è vero che ogni storia ha origine dal contrasto, ne The fighters – Addestramento di vita questo contrasto è soltanto superficiale, o forse al contrario, è talmente esasperato da risultare infine assente. Il confronto tra le due personalità antitetiche di Arnaud e Madeleine non produce alcuna evoluzione dei personaggi dal momento che la natura di Arnaud ingloba nella sua mediocrità ogni stimolo proveniente dall’esterno, e questo sembra essere il leitmotiv sotteso a tutta l’opera, che si compone di molti spunti abbozzati ma non sviluppati a pieno, sia dal punto di vista tecnico che da quello narrativo.
Se si guarda ad esempio alla regia essa, seppur priva dei consueti difetti che sogliono commettere i registi alle prime armi, è dominata da un’intenzione che appare meramente descrittiva, e tende a incantarsi in ripetitivi campi lunghi che mettono in risalto la bellezza del paesaggio piuttosto che studiare la psicologia degli interpreti: Cailley sembra preda di una sorta di revival Romantico che lo porta a concentrarsi sulla Natura in quanto oggetto di contemplazione piuttosto che sui procedimenti registici più adatti a raggiungere i suoi scopi autoriali. Il film è disseminato inoltre di numerose situazioni di tensione sessuale riconducibili al filone della commedia romantica, che non si concretizzano se non verso la fine, portando però così in contraddizione il già claudicante personaggio di Madeleine: anche in questa discutibile scelta il film si richiama a The Breakfast Club, in quanto il personaggio più atipico di quest’ultima pellicola, ovvero Allison, nel finale si adegua agli standard della sua generazione, preferendo l’autocompiacimento che deriva dall’apprezzamento sessuale e perdendo così il suo oscuro fascino.
Va detto che la prestazione attoriale non migliora la valutazione complessiva: per quanto l’esordiente Kévin Azaïs possa essere giustificato per la sua interpretazione asettica alla luce della sua scarsa esperienza, Adèle Haenel si riconferma invece un’attrice dal talento altalenante che in questa pellicola non dà certo la sua prova migliore. Altra nota dolente sono i simbolismi, se così si possono chiamare visto che sono talmente espliciti da azzerare drasticamente le possibilità interpretative: la fine del mondo vagheggiata da Madeleine e la crisi economica che spaventa Arnaud si concretizzano nella nube nera che incombe sui protagonisti, la quale li minaccia da lontano a metà film per poi travolgerli completamente nel finale, evocando uno scenario fantascientifico post-apocalittico. Unica nota positiva è la colonna sonora, affidata al trio composto da Lionel Flairs, Benoît Rault e Philippe Deshaies, affermati esponenti dell’elettronica francese che riempiono i momenti di vuoto con brani orecchiabili che ben si adattano al contesto giovanile.
In definitiva dunque, The Fighters – Addestramento di vita è un’opera prima che a chi scrive è parsa deludente, nonostante i riconoscimenti ottenuti al Premio César di quest’anno e la buona risposta da parte del grande pubblico: rimane un’opera indecisa che non combina nel migliore dei modi spunti presi da vari generi e fonti d’ispirazione eterogenee, ma che invece ricade in diversi cliché e ci appare manchevole di una vera e propria raison d’être.
Titolo originale: Les Combattants
Nazione: Francia
Anno: 2014
Genere: Drammatico
Durata: 98′
Regia: Thomas Cailley
Sito italiano: www.nomadfilm.it/the-fighters.html
Social network: facebook
Cast: Adele Haenel, Kevin Azais, Antoine Laurent, Brigitte Rouan, William Lebghil, Thibaut Berducat, Nicolas Wanczycki, Frederic Pellegeay, Steve Tientcheu, Franc Bruneau
Produzione: Canal+, Ciné+, Nord-Ouest Productions, Haut et Court
Distribuzione: Nomad Film
Data di uscita: 16 Aprile 2015 (cinema)