Con l’avvento delle grandi piattaforme di streaming online, da Netflix ad Amazon, negli ultimi due anni sono diventati sempre più rari i serial di successo prodotti da network tradizionali. Tra questi però possiamo sicuramente inserire la sitcom post-apocalittica The Last Man On Earth, in onda su Fox dal marzo del 2015.

La serie, ideata dall’attore e comico Will Forte (già castmember del Saturday Night Live dal 2002 al 2010) segue le vicende del ristrettissimo gruppo di superstiti di una devastante epidemia, facendo il verso ai vari survival drama che hanno spopolato in tv negli ultimi anni ma senza mai cadere nella più scontata parodia. Aspettando la terza stagione, che partirà negli USA il 25 Settembre e sarà disponibile su Fox Italia a inizio 2017, diamo qui uno sguardo alla prima stagione.

La storia

Siamo nel 2020. Dopo una terribile epidemia, lo spiantato Phil Miller (Will Forte) capisce di essere rimasto l’ultimo uomo sul pianeta terra e decide di passare il resto della sua vita a Tucson, Arizona, la sua città natale. Qui sarà presto raggiunto da due donne: prima l’eccentrica Carol (Kristen Schaal), poi l’affascinante Melissa (January Jones), che metteranno a dura prova le sue scarse abilità nel rapportarsi con l’altro sesso. Le cose si complicheranno quando a Tucson arriveranno prima il gentile e pacato Todd (Mel Rodriguez), che si guadagnerà subito le simpatie di Melissa, e infine la giovane australiana Erica (Cleopatra Coleman) e la cuoca Gail (Mary Steenburgen), che turberanno ulteriormente il precario rapporto che Phil è faticosamente riuscito a mettere in piedi con le altre due donne. Infine arriverà a tucson un misterioso personaggio, chiamato anche lui Phil Miller (Boris Kodjoe), che stravolgerà ancora una volta le vite del piccolo gruppo di sopravvissuti.

If a person's house is a reflection of their soul, Phil may be in trouble.
If a person’s house is a reflection of their soul, Phil may be in trouble.

Anche solo dalla trama, è facile accorgersi della generosa dose di novità che caratterizza questa serie: se infatti non è la prima volta che una sitcom presenta elementi della fantascienza (aspetto che tra l’altro in The Last Man on Earth viene affrontato solo in parte) è invece un’assoluta novità l’utilizzo di un numero limitatissimo di personaggi, con episodi interi in cui non ne compaiono più di due. Che si tratti di una scelta coraggiosa è un dato di fatto, ma quanto ha aiutato la buona riuscita della sitcom? La serie riesce davvero a evitare momenti morti anche in episodi dove Phil è l’unico personaggio?

Si e no. Mi spiego: per quanto la comicità non venga mai a mancare all’interno di un episodio, si tratta di uno humor molto particolare che deve entrare nelle corde dello spettatore per venire pienamente apprezzato. L’unicità di The Last Man on Earth infatti sta nel combinare due tipi di comicità molto diversi: da una parte quella comicità fisica, immediata, quella slapstick comedy spesso presente negli sketch di Forte ai tempi del Saturday Night Live; dall’altra, una comicità più viscerale, a tratti malinconica, resa attraverso i dialoghi tragicomici che seguono ai numerosissimi equivoci nei quali riesce a infilarsi il povero Phil, le cui scarse capacità di relazionarsi con gli altri gli rendono impossibile anche la convivenza con pochissimi altri esseri viventi oltre a lui in tutto il pianeta.

last-man-on-earth-3Quest’uso originale di due stili comici così differenti rende la serie tanto interessante quanto altalenante: se infatti si può dire che, a prescindere dai gusti dello spettatore,  ci sarà sempre una scena all’interno di un episodio che gli strappi una risata, non si può però negare che questa scelta alteri significativamente i ritmi della serie. Per quanto Forte sia un comico di altri tempi, in grado di rubare la scena anche solo tramite gestualità e espressioni facciali (da segnalare l’episodio pilota, in cui Phil è l’unico personaggio in scena per la maggior parte del tempo e non vengono pronunciate più di un paio di battute), è innegabile che la serie tardi un po’ ad ingranare, risultando a tratti lenta o addirittura noiosa fino all’arrivo verso fine stagione di Erica e Gail, che faranno raggiungere al cast della serie una sorta di numero minimo necessario per creare delle dinamiche interessanti tra i personaggi.

TheLastManOnEarth_2AYB01_1280x720_533273155711Un aspetto molto interessante della serie è la scrittura degli episodi: la sitcom infatti vanta una quindicina di autori provenienti dalle esperienze più disparate, impiegati ognuno per non più di 3 o 4 episodi, escluso il misterioso David Noel, co-sceneggiatore di quasi tutti gli episodi identificato da alcuni come un alter ego dello stesso Forte. Dalla sceneggiatrice della sitcom Community Liz Cackowski, all’ex attore bambino e ora autore di Mtv Jason Woliner, passando per vari autori del Saturday Night Live, ogni sceneggiatore contribuisce alla serie in modo diverso, con episodi che diventano veri e propri esercizi di stile in cui penne diverse adattano il proprio senso dell’umorismo alla singolare ambientazione della serie, con risultati esilaranti e originali.

In conclusione, per quanto soffra di ritmi altalenanti e possa risultare a tratti noiosa nei primi episodi, la prima stagione di The Last Man on Earth è una gradita ventata di novità in un mondo, quello dei network tradizionali, che sembra pericolosamente orientato a un inspiegabile ritorno alle sitcom vecchio stampo.