The Rider è uno dei film più belli che ci sia capitato di vedere in questi ultimi anni. Puro, poetico, struggente, adagia un velo di malinconia e bellezza sul cuore.
Dopo un passaggio al Festival di Cannes, quasi tre anni fa, esce finalmente in Italia, non ci speravamo più.
E’ un film imperdibile, la regia della Zhao dà realismo poetico, corpo, dinamismo, a una storia tragica e tenera, ma soprattutto vera.
Chloé Zhao, cino-americana, scrittrice, regista e produttrice, ha debuttato nel 2015 con il film Songs my brothers taught me. Proprio durante le riprese di questo lungometraggio (storia di una giovane Sioux Lakota e di sua sorella minore che, in una riserva indiana del Sud Dakota, si ritrovano ad affrontare l’improvvisa morte del padre) nella riserva indiana di Pine Ridge ha conosciuto la storia di Brady Jandreau, un cowboy membro della tribù Sioux Lower Brule. La sua storia ha talmente coinvolto la regista che non solo ne ha tratto un film, ma si è resa conto che solo il vero Brady, la sua famiglia e i suoi amici avrebbero potuto interpretare sé stessi.
Sud Dakota, praterie sconfinate, orizzonti dalle sfumature paradisiache e cielo senza fine (la fotografia di Joshua James Richards restituisce immagini oneste, tanto eleganti quanto crude), il giovane cowboy Brady (Brady Jandreau) vive per rodei e fiere, come quasi tutti i membri del villaggio dove vive.
Nell’immensità selvaggia della natura, le tv locali trasmettono tutto il giorno aste di bestiame e gare.
Brady ha un talento particolare, soprattutto nell’addestrare i cavalli, è l’unica cosa che sa fare. Del resto quella terra non offre altre possibilità, se non impieghi in anonimi supermercati o lavori simili.
Durante uno dei tanti rodei, Brady viene disarcionato dal cavallo, che gli schiaccia la testa procurandogli un’emorragia interna che lo ha fatto entrare in coma per tre giorni (è andata veramente così, Brady ha una placca di metallo in testa). Ovviamente i medici gli sconsigliano di continuare a fare quel lavoro, perché la sua salite è a rischio, un’altra caduta potrebbe essere fatale.
Tornato a casa Brady lotta per superare il trauma dell’incidente, sia dal punto di vista fisico che psicologico. Nonostante il momento difficile, il ragazzo non può pensare solo a se stesso, deve infatti badare alla sorella Lilly che, affetta dalla sindrome di Asperger, non può contare sulle attenzioni del padre Wayne.
L’uomo, dipendente dal gioco d’azzardo, arriverà addirittura a vendere il cavallo preferito di Brady per saldare i suoi debiti. Frustrato e oppresso dal senso di inadeguatezza, Brady si allontana dal mondo e dagli amici del rodeo e inizia a spendere la maggior parte del suo tempo con l’amico Lane (Lane Scott, anche lui nei panni di sé stesso, foto sopra) anch’egli in riabilitazione intensiva dopo un incidente. La lontananza dai cavalli diventa però insopportabile e Brady torna così ad allenarsi. Ma dovrà prendere una decisione: dedicarsi alla guarigione con l’aiuto della sua famiglia e dei suoi amici, o rischiare tutto per mantenere l’unico senso di sé che abbia mai conosciuto.
“Abbiamo iniziato a girare il 3 settembre 2016 – racconta la regista – le riprese di cinque settimane si sono svolte principalmente nella riserva e nelle terre circostanti. Brady, che lavora come addestratore di cavalli professionista, ha ammaestrato i cavalli per la prima metà di ogni giorno in modo da averli pronti per essere venduti. Così siamo riusciti a realizzare riprese autentiche di Brady che interagiva con i cavalli, sfruttando appieno il magico tramonto del South Dakota. Abbiamo lavorato con una troupe leggera, girando nelle case delle persone, in luoghi reali”.
Chloé Zhao, con la storia di Brady, con sensibilità acuta che le permette una lucida comunicazione con lo spettatore, ha tratteggiato un ritratto impressionante e autentico del cuore dell’America. La contrapposizione tra l’infinito e le vite rudi di questi uomini, la lotta e il dolore di Brady, sfacciato e tenace, che non si arrende a un destino ingiusto, è messa in scena senza commiserazione né tragedia, ma con audacia e profondo rispetto.
Gli attori non professionisti bucano lo schermo. La naturalezza e la generosità con cui si mettono in gioco, i loro sguardi che non recitano, ma raccontano, sono quell’esperienza di cui il Cinema necessita.
E’ un film sulla perdita, anche sul lutto, ma è anche un film sulla speranza testarda, primordiale. C’è grazia ed intelligenza nella mano di Zhao mentre afferra la tensione di quelle vite, soprattutto, ovviamente, la parabola di Brady che risale, si risolleva.
Titolo originale: The Rider
Nazione: U.S.A.
Anno: 2017
Genere: Drammatico
Durata: 105′
Regia: Chloé Zhao
Cast: Brady Jandreau, Mooney, Tim Jandreau, Lilly Jandreau, Leroy Pourier, Cat Clifford, Tanner Langdeau, James Calhoon, Lane Scott, Cameron Wright
Produzione: Caviar, Highwayman Films
Distribuzione: Wanted
Data di uscita: 29 Agosto 2019 (cinema)