Trento, Teatro Sociale – Il barbiere di Siviglia

Ph. Luca Del Pia

Dopo il dittico Boulez-Puccini, la stagione d’opera della Fondazione Haydn prosegue a Trento con Il barbiere di Siviglia, nell’allestimento del 2021 prodotto da Fondazione I Teatri di Reggio Emilia e Fondazione Teatro Comunale di Modena. L’opera buffa più famosa di Rossini, sovente anche la meno capita, è giocata su tempi veloci – allegro e andante in tutte le loro possibili declinazioni – e un libretto agilissimo che ben descrive la folle journée del Conte e Rosina. Qui, più che in altre occasioni, la macchina teatrale deve funzionare come un perfetto meccanismo ad orologeria.

Il regista Fabio Cherstich abbandona, per fortuna, la Spagna della tradizione, ricordata solo da un cartello stradale (in italiano però), Figaro torero e le uniche vesti settecentesche di Almaviva, il ponte tra Rossini e noi. Al netto dell’ormai abusata irruzione dei cantanti in platea e del finale primo risolto col dondolio del corpo e capitombolo collettivo, prassi ormai copiatissima da quando la ideò Ponnelle nel 1972, Cherstich fa un discreto lavoro sui personaggi, descritti con efficacia nella loro essenzialità. Il taglio del recitativo avanti al temporale toglie senso al dramma e ingenuo ci è parso far coincidere “Ah il più lieto il più felice” con Rosina che calza le scarpe da sposa, in quanto sappiamo bene che Rossini rimpiegò questo rondò al termine della Cenerentola.

Anche lo scenografo Nicolas Bovey tende al minimalismo, svuotando il palcoscenico per colmarlo, grazie a solerti e versatili mimi, di pochi oggetti dalle proporzioni svariate, tra cui un grammofono e una pedana basculante (dovrebbe essere un carro armato giocattolo) durante “Fermi tutti. Niun si muova”, con la forza pubblica di rosa vestita, che portano un tocco di futurismo alla Depero. Meno comprensibili l’armadio in cui vive Basilio e l’occhio simil Ferragni in casa del perfido tutore.

I costumi di Arthur Arbesser sono ben calibrati nelle cromie, accese per il trio Figaro-Conte-Rosina, smorte per Bartolo e Basilio, e si inseriscono armonicamente nel contesto a cui il light design di Marco Giusti conferisce il degno risalto. Un Barbiere piacevole nell’armonia tra forme, luci e colori, a tratti glamour, ma dalle idee di regia non sempre convincenti.

Chi invece sa il fatto suo è il giovane Alessandro Bonato, nominato recentemente direttore principale da ottobre 2025 a giugno 2028 dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento, giovane talento che conosce la partitura come le sue tasche, già diretta allo Sferisterio di Macerata e all’Arena di Verona. Grazie all’attenzione minuziosa al rapporto palco-buca e al gusto nella scelta di tempi coerenti, Bonato tiene le redini con indiscutibile maestria, restituendo un Barbiere originale, fresco e vivacissimo, spogliato dai vezzi virtuosistici del passato.

Sul piano musicale eccelle la Rosina di Mara Gaudenzi, contralto disinvolto nel canto e sulla scena, bravissima nella coloratura e agile nel fraseggio. Pietro Adaini è Almaviva di indubbia esperienza, preciso nella dizione, autorevole e sempre generoso nell’emissione, capace di superare “Cessa di più resistere” con comprensibile orgoglio, nonostante l’impressione di un lieve affaticamento. Nicola Ulivieri dà una lezione magistrale col suo Don Basilio praticamente perfetto, grazie alla voce che è davvero “un colpo di cannone”. Figaro più tenorile quello di Gurgen Baveyan, la cui sortita risulta annacquata, ma nel complesso a suo agio nella parte. Don Bartolo comico al punto giusto quello di Fabio Capitanucci. Completano la compagnia Francesca Maionchi, Berta di classe, e Gianni Giuga nel doppio ruolo di Fiorello e ufficiale. Eccessiva la presenza quasi costante del servo Ambrogio, il mimo Julien Lambert, impiegato per creare controscene a volte grossolanamente comiche.

Ottima la prestazione dell’Ensemble vocale Continuum, preparato da Luigi Azzolini.

Grande successo di pubblico alla prima del 31 gennaio 2025. Da segnalare la presenza di molti giovani e giovanissimi, segno che la bellezza potrà salvare il mondo.

Luca Benvenuti