Un Capodanno al Massimo sulle note del “Danubio blu”

Maestoso gioiello ottocentesco incastonato fra la Vecchia Palermo e l’elegante zona Liberty del capoluogo siciliano, il Teatro Massimo anche quest’anno è diventato protagonista dei festeggiamenti per l’arrivo del nuovo anno, in Italia e nel mondo. Nella sua sede storica il Teatro ha visto avvicendarsi i frequentatissimi concerti di Capodanno con l’Orchestra, il Coro e le formazioni giovanili, mentre il Corpo di ballo del Teatro il 1° gennaio ha danzato al Teatro La Fenice di Venezia per il concerto diretto da Daniel Harding e trasmesso in diretta mondiale da Rai 1.

Particolarmente gradito è stato dal pubblico palermitano il concerto principale che vedeva protagonista una star riconosciuta come Julian Rachlin, direttore e solista al violino, con il quale l’Orchestra e il Coro del Teatro si sono lasciati rapire da un programma dal sapore viennese. A suon di Walzer, Polka, Lieder e Marsch, il concerto dal titolo “Danubio blu” ha così restituito l’atmosfera e la qualità sonora della capitale asburgica al culmine della sua potenza artistica, oltre che politica. Dopo l’avvio affidato alla Polonaise dal terzo atto dell’Evgenij Onegin di Pëtr Il’ič Čaikovskij, il concerto è stato scandito armoniosamente da alcune cicche di Fritz Kreisler e altre autentiche perle del coro su Liebeslieder di Johannes Brahms, per chiudersi sulle note festose e augurali di Sul bel Danubio blu di Johann Strauss figlio. Specie quando imbracciava il suo prezioso violino Stradivari, Rachlin è stato capace di trascinare Coro e Orchestra del Teatro Massimo nella vorticosa altalena di ritmi viennesi, per nulla facile per un organico italiano.

Con questo Concerto di Capodanno l’Orchestra e il Coro del Teatro palermitano hanno dato una prova davvero brillante delle proprie capacità ricevendo il caloroso applauso del pubblico durante e dopo la conclusiva Marcia di Radetzky. Certo è strano forse che in una città impreziosita da monumenti e ricordi agli eroi dell’Unità d’Italia si festeggi sulle note del Radetzky-Marsch, ma ormai siamo in Europa: da Lisbona a Tallinn, da Parigi ad Atene, nonché – per l’appunto – da Vienna a Palermo. La pioggia di festoni bianchi ha infine avvolto la Sala Grande e il suo pubblico in un bel viatico propiziatorio: buon anno da Palermo!