Uscito in Libreria nel 2018 edito da Sellerio, Il Metodo Catalanotti di – quanto ci manca? – Andrea Camilleri si muove tra crimine, teatro, amore, morte, sesso, tradimento. Non ci sarà pace per il Commissario Montalbano.

Dalle pagine meravigliosamente rilegate dall’editore Sellerio alla televisione, l’8 marzo arriva il 37° film di uno dei Commissari più seguiti al mondo.
Ci sono attesa, o meglio impazienza, e tanta emozione per questo nuovo capitolo.

Carlo Degli Esposti, fondatore e presidente della società produttrice Palomar ci ha raccontato: “Il Metodo Catalanotti. è tratto da un romanzo molto importante di Camilleri. È un punto di snodo del racconto di Montalbano: dà la circolarità di passione e tradimento legato al mondo del teatro, grande passione di Andrea Camilleri. Dentro il racconto c’è tutta la sua passione per il teatro!”

Esattamente un anno fa, la conferenza stampa di quello che ora è il penultimo episodio della saga di Montalbano, era stata l’ultima cui abbiamo partecipato in presenza. Il Metodo Catanalotti è stato presentato in streaming, noi c’eravamo… dall’altra parte dello schermo.
Insomma, parliamo chiaro. Manca ancora qualche giorno all’8 marzo, ma la domanda che ci è rimbombata nella testa è sempre stata una: e dopo? Dopo l’8 marzo che succede?

Carlo Degli Esposti: “Questo è uno degli ultimi 3 film che avevamo in programma di produrre, dentro quella tempesta perfetta che ha fatto sparire il nostro mentore, Camilleri. Per noi è stato un timoniere per 20 anni. Mentre stavamo girando i film improvvisamente è morto il regista Alberto Sironi. Luca Zingaretti ha preso il timone e ha portato in fondo questi 3 film. Ed è bello che quest’anno la messa in onda capiti casualmente nella giornata dedicata alla Festa della Donna, perché è un grande trionfo della femminilità, vista da diversi angoli.
Tutti ci chiedono cosa succederà…
È passato un anno da quella tempesta! Ci siamo detti che è presto per parlarne. Il Covid ci impedisce di tornare sul set con concentrazione e tranquillità. La squadra, gli attori, la Palomar e la Rai hanno fatto si che questo prodotto si sia evoluto in un racconto fantastico. Finito il Covid prenderemo una decisione sul futuro. Vi posso solo dire che per me, come per tanti, Montalbano è eterno!”

Il Commissario Montalbano è Luca Zingaretti, c’è una catena di dna che lega pagine e immagini. Inscindibili.

“Abbiamo inventato – ci racconta Luca Zingaretti – nel tentavo di tradurre in immagini le parole di Andrea Camilleri.  Qui c’è un po’ commedia dell’arte, per intenderci quei duetti di “Arlecchino Servitore di Due Padroni”, ci sono dialoghi e duetti stilemi di un tipo di recitazione che in un altro contesto non sarebbe stato credibile. Qui questo tipo di recitazione non stona.”

20 anni di Montalbano… di avventure e di donne…
“Camilleri opera una sorta di tradimento nei confronti del suo personaggio. Per tanti anni, ci ha abituato a un uomo che teneva tantissimo alle sue nuotate mattutine, al suo lavoro, alla sua Sicilia e alla sua Livia (Sonia Bergamasco), che se è vero che abitava lontano da lui (Genova), era un punto di approdo sempre. Qui, sovverte tutto, come se Cappuccetto Rosso andasse a fare una rapina in banca. Questo episodio resterà nella memoria di tutti, forse perché Camilleri presagendo la sua fine ha fatto sì che questo sia una sorta di testamento”.

E ora che succede?
“Quest’anno il tempo si è fermato: non c’è stato modo di elaborare il lutto.
Camilleri era una persona di poche parole, come i veri
siciliani, ma quando parlava  pesava  molto le parole. Nei suoi libri, oltre alla storia raccontata,  ci sono  molti altri significati che accompagnano la trama e proprio  questi  bisognava riuscire a portare sullo schermo. Camilleri amava  molto
Pirandello e il tema dell’identità, anche nella vita oltre che  nei suoi
libri, che infarciva di queste tematiche”.