Parigi. Simon (Jérémie Renier) ed Hélène (Bérénice Bejo) decidono di vendere una cantina nello stabile dove abitano.
Trovano un acquirente, il signor Fonzic (François Cluzet), un uomo all’apparenza per bene, un tipo affabile insomma, tanto che Simon si fida a lasciargli le chiavi di un piccolo appartamento nello stesso palazzo, quando scopre che è senza un tetto sulla testa.
La situazione precipita quando Simon scopre che Fronzic è stato licenziato dalla scuola in cui insegnava Storia perché un negazionista dell’Olocausto.

Inizia una battaglia feroce, legale e domestica, per mandarlo via dallo stabile. Simon, ebreo ashkenazita, ed Hélène, cristiana, cercano l’appoggio degli altri condomini, ma non è così semplice: Fronzic nel suo essere anonimo con la sua quieta apparenza, è subdolo, cupo, si insinua torbidamente nelle menti fragili o ipocrite per far dubitare, screditare, o condurle dalla sua parte.

Il palazzo dove vivono Simon ed Hélène altro non è che una rappresentazione della società, della moralità della borghesia parigina.

Scritto dal regista Philippe Le Guay e da Gilles Taurand, Un’Ombra sulla Verità, ispirato a fatti realmente accaduti, è un thriller che produce un inquietudine fastidiosa, questo anche per merito dell’ interpretazione non semplice ma eccenzionale di François Cluzet.
Diretto con padronanza, Un’Ombra sulla Verità fino all’ultimo fotogramma mette a nudo la realtà attuale sul tema del negazionismo, e fa riflettere.