Dopo L’enfant prodigue dello scorso novembre, continuano i cine-concerti del Palazzetto Bru Zane in collaborazione con Rete cinema in laguna e, per questo evento, FPA Classics. Martedì 21 gennaio sono state proposte tre opere di Georges Méliès con accompagnamento pianistico dal vivo. Introdotti dall’esperto Marco Bellano, Le Voyage dans la Lune (1902), Le Royaume des fées (1903) e Le Voyage à travers l’impossible (1904) si annoverano tra i lavori più celebri del regista e attore parigino, considerato il secondo padre del cinema per la sperimentazione di numerose novità tecniche e narrative, tra cui l’esposizione multipla, la dissolvenza, il montaggio e il colore.
Le Voyage dans la Lune, tratto da De la Terre à la Lune e Autour de la Lune di Jules Verne oltre che da The First Men in the Moon di H. G. Wells, trova ispirazione anche dall’omonima opera-féerie di Jacques Offenbach (a sua volta parodia non autorizzata dei romanzi di Wells) ed è il primo capolavoro della fantascienza cinematografica. Chi non conosce l’iconico fotogramma del razzo conficcato nell’occhio del satellite? La storia è semplice: un gruppo di maghi-scienziati, guidati dal prof. Barbenfouillis, interpretato da Méliès, giunge sulla Luna; viene catturato dai Seleniti, ma riesce a fuggire e tornare sulla Terra, tra il tripudio cittadino, qui accompagnato dalla “Marche militare” dalle Scènes enfantines di Mel Bonis che riprende “Gloire immortelle” dal Faust di Gounod. L’unica copia a colori di cui sia nota l’esistenza è stata donata nel 1993 alla Filmoteca de Cataluña da un anonimo. La pellicola era in condizioni prossime alla decomposizione: nel 1999 fu iniziato un accurato restauro, ultimato solamente nel 2011, presso i laboratori Technicolor di Los Angeles. La versione restaurata fu presentata per la prima volta al Festival di Cannes nel 2011, a 18 anni dalla sua scoperta e a 109 dalla data d’uscita originale ed è quella proiettata in questa occasione.
Le Royaume des fées è la classica fiaba. La principessa Azurine viene rapita da una perfida sorcière (verde, nella versione colorata, come sarà la Strega dell’ovest del Wizard of Oz), ma viene salvata dal principe Bel-Azor, sempre recitato da Méliès. La trama offre lo spunto al cineasta di impressionare il pubblico con paesaggi sottomarini, regni incantati e creature fantastiche.
Le Voyage à travers l’impossible è una variazione del primo, trattandosi di un viaggio attorno al mondo, al mare e al Sole, ispirata ai romanzi di Verne e Adolphe d’Ennery. Vi troviamo sempre uno scienziato, Maboulof, interpretato da Méliès, una rocambolesca avventura e un ritorno trionfante. Da segnalare l’inserimento da parte del pianista di “Le langage des fleurs” di Cecille Galos, idillio in cui la compositrice riusa la famosa canzone di Padre Martini “Plaisir d’amour” come sezione centrale.
Simili nella tecnica e nelle trovate scenografiche, gli esperimenti di Méliès tradiscono la natura artigiana e teatrale, abbondante di personaggi, indaffarati in azioni sottolineate da una gestualità sovente esagerata tipica della farsa. Per Méliès il cinema era il teatro dell’impossibile, della sovversione giocosa delle leggi della fisica, della logica e della quotidianità. Non a caso, il suo è chiamato cinema delle attrazioni, ma manca di una dialettica tra reale e fantastico. Fu proprio questa ripetitività di stile a portare alla decadenza dell’universo poetico, ma presto obsoleto di Méliès, per far spazio all’evoluzione di linguaggi più rispondenti ai nuovi gusti del pubblico.
Le versioni proposte sono quelle colorate dall’atelier parigino di Élisabeth Thuillier, esperta di pittura su vetro e celluloide, che dava lavoro a circa duecento persone di cui ventuno donne addette a colorare a mano i fotogrammi. Le musiche scelte dal Bru Zane per accompagnare le pellicole sono di compositrici del romanticismo francese: Marie Jaëll, Mel Bonis, Giselle Galos, Charlotte Sohy, Cécile Chaminade e Pauline Viardot. Il pianista Gabriele Dal Santo ne ha selezionato i brani più adatti per accompagnare i film, sebbene si noti la natura non propriamente di musica da muto.
Luca Benvenuti