“So di non essere un normale bambino di 10 anni” (Auggie)

Facciamo conoscenza di August – Auggie – Pullman (Jacob Tremblay, Room). in prossimità del suo primo giorno di scuola. Ha studiato da privatista, sua mamma Isabel (Julia Roberts) è stata la sua insegnante privata finora. Per la prima media, proprio quando per tutti i bambini è un nuovo cambiamento, un inizio, Auggie andrà a scuola per la prima volta.

La prima immagine di Auggie, che vediamo, è di lui che salta sul letto con il suo casco integrala da astronauta. E’ il suo sogno: andare sulla luna. In camera sua c’è un quadro con attaccati 27 braccialettini ospedalieri, quelli del ricovero. Quando si toglie il casco integrale vediamo il suo viso segnato da cicatrici, i lobi delle orecchie sono piccoli lembi e gli occhi sono apparentemente a forma di lacrima, dandogli un’espressione di tristezza. La sua malformazione dipende da un gene. Sarebbe potuto succedere anche a sua sorella, è capitato solo a lui. La sua nascita è stata “esilarante”, come lui racconta, operazioni su operazioni, una famiglia speciale, una madre saggia, un padre coraggioso e compagno di giochi (Owen Wilson) e una sorella (Izabela Vodovic) che tutti vorrebbero avere. E poi di lui sappiamo che è preparatissimo, la sua materia preferita scienze, invece la sua festa preferita è Halloween.

“Mi piacerebbe che ogni giorno fosse Halloween. Potremmo indossare maschere tutto il tempo. Potremmo andarcene in giro e conoscerci prima di andare a vedere come appariamo sotto la maschera” (Auggie)

Nella sua vita sono mancati incondizionato amore, infinita tenerezza e famigliare allegria. Se il primo giorno di scuola è difficile per tutti, figuriamoci per Auggie. La preoccupazione di sua madre, mentre lo vede varcare il cancello della scuola è “fa che siano gentili”. Perché, come Auggie dice, se gli adulti si spaventano quando lo vedono, ma poi distolgono lo sguardo, i bambini no, continuano a fissarlo. Del resto se a scuola comparisse uno dei suoi personaggi preferiti di Star Wars, Chewbecca, anche lui lo fisserebbe.E insomma, non è facile, soprattutto fare amicizia per un bambino, sveglio, ma così straordinario nella sua diversità.

“La grandezza risiede non nell’essere forti, manel giusto uso della forza” (Hanry Ward Beecher)

Piano piano, Auggie con la sua forza interiore, e anche un po’ di pianti a casa, Auggie riesce a scalfire la diffidenza e l’aggressione che il bullismo genera. Ma la vita di questo bambino è anche la sua famiglia; e mentre Auggie affronta la sua vita di petto, anche i suo famigliari fanno i conti con sé stessi, ora che il bambino di casa sta crescendo. La madre intende finire la sua tesi di laurea, la sorella maggiore affronta il liceo e il padre mantiene fermo l’equilibro di casa. Nell’arco di tempo di un anno scolastico, tutti, Auggie soprattutto, fanno dei passi da gigante, affrontano la perdita, la scoperta della vera amicizia, i tradimenti e l’amore.

“Abbiamo dentro di noi, come esseri umani, non solo la capacità di essere gentili, ma la scelta reale della gentilezza” (R.J. Palacio)

“Se ogni singola persona presente in questa sala, assumesse come regola quella di cercare ovunque si trovi e ogni volta che ne abbia la possibilità, di comportarsi in modo un po’ più gentile del necessario, allora il mondo sarebbe davvero un posto migliore!” (Preside della scuola) 

Pochi libri hanno la capacità di far passare le persone della lettera all’azione. Questo è il caso da cinque milioni di copie vendute di Wonder di J.R. Palacio, pubblicato nel 2013, dotato di una brillante scrittura umoristica. Il romanzo è narrato secondo i punti di vista perché è proprio cambiando sguardo che miglioriamo. “Ho sempre pensato a Wonder come una riflessione sulla gentilezza” ha raccontato Palacio. R.J. E l’autrice ha ammesso apertamente di essere quella che nel 2008 si ritrovò a correre via, piuttosto che affrontare il disagio, da un bambino con deformità facciali, incontrato in una gelateria. Con un lavoro da grafica di giorno, e aspirante scrittrice di notte, Palacio era insieme ai suoi figli quando le capitò questa cosa di cui si è poi dispiaciuta.
E così ha scritto un romanzo di gentilezza, compassione e accettazione di sé e di ciò che è apparentemente è diverso.

“Non puoi essere normale se sei nato per emergere!”

Il regista Stephen Chbosky, che ha scritto la sceneggiatura con Steve Conrad e Jack Thorne, ha colto lo spirito del romanzo e lo ha reso un film onesto, avulso da qualsiasi melodramma o facile piagnisteo sdolcinato. Il regista ha un grande rispetto dell’emotività non solo dei suoi personaggi, ma anche del suo spettatore. Quindi non favoleggia, ma non mette nemmeno uno schermo disarmonico o cinico. Questo è un film acuto, di cuore e sentimento, con un cast meraviglioso che cosparge di grazia l’atmosfera.
Wonder è diviso in capitoli per raccontare i diversi punti di vista: c’è quello di Auggie, quello della sorella (Oli)Via, quello del nuovo amico Jack Will, quello di Miranda, migliore amica di Via… E questo rispecchia il romanzo, l’importanza della gentilezza dello sguardo che cambia e sboccia in qualcosa di positivo. C’è intelligenza e intimità in questo piccolo grande film. Chbosky ha il dono di comprendere le sfumature dell’animo degli adolescenti; quindi non solo riesce a parlare con audacia e schiettezza ai bambini e ragazzi, ma arriva in profondità anche nelle emozioni degli adulti. Il regista costruisce intorno alle vite dei giovani questa storia di dolcezza e tenerezza, commozione e sorrisi.

“Non ho sconfitto la Morte Nera né niente del genere. Ho solo superato l’anno scolastico” (Auggie)

Titolo originale: Wonder
Nazione: U.S.A.
Anno: 2017
Genere: Drammatico
Durata: 113′
Regia: Stephen Chbosky
Cast: Jacob Tremblay, Julia Roberts, Owen Wilson, Izabela Vidovic, Mark Dozlaw, Rukiya Bernard, Jennifer March, Mandy Patinkin, Noah Jupe, Bryce Gheisar
Produzione: Lionsgate, Mandeville Films, Participant Media, Walden Media
Distribuzione: 01 Distribution
Data di uscita: 21 Dicembre 2017 (cinema)