“Funny People” di Judd Apatow
George Simmons è una vera e propria gallina dalle uova d’oro: viene dal cabaret losangelino, ma da quando è passato al cinema i suoi film guadagnano soldi a palate. Poco importa che si tratti di scemenze in cui George “interpreta” un neonato con la faccia da adulto oppure, apice del trash, un sireno che in una stanza d’albergo ordina, incompreso per via di una brutta zeppola, dei frutti di mare per cena.
La vita del comico procede nella maniera triste e strascicata di chi è troppo ricco, troppo famoso e fondamentalmente troppo solo. Nonostante tutto, la notizia di avere contratto una rara forma di leucemia virtualmente incurabile non lo lascia indifferente. La vita di George cambia e oltre a iniziare una cura sperimentale che gli lascia una lieve speranza di guarigione, si ritrova a essere la chioccia di un giovane e spiantato comico di nome Ira. Quest’ultimo diventa assistente personale e autore dei testi del proprio mentore arrivando a essere quanto di più vicino a un amico ci possa essere per il malmostoso George. Il panorama semi idilliaco cambia radicalmente quando Simmons scopre che la cura sperimentale sembra aver fatto effetto e la malattia regredisce; riuscirà il comico a mantenere l’umanità conquistata nel periodo in cui pensava di essere condannato a morte o tornerà a essere il solito stronzo saturnino?
Judd Apatow, guru della neo comicità statunitense impegnato da anni nel mondo dell’industria cinematografica come scrittore e produttore, esordisce dietro la macchina da presa, dopo alcuni anni di esperienza televisiva, nel 2005 con il successo al botteghino di 40 anni vergine, fracassona commedia che ha confermato il talento di Steve Carell. Due anni dopo è la volta di Molto Incinta, lungometraggio che lancia sugli schermi cinematografici la stellina televisiva Katherine Heigl, che sbanca nuovamente il box office e che riceve anche un certo riscontro da parte della critica. Con Funny People Apatow torna a riunire le sue tre anime cinematografiche, scrivendo, producendo e dirigendo questo lungometraggio.
Il film, uscito il 31 luglio negli Stati Uniti e costato 70 milioni di dollari, nonostante la presenza di un cast di tutto rispetto e nonostante le critiche non eccessivamente negative, finora rappresenta l’unico insuccesso monetario della breve carriera da regista di Judd Apatow avendo incassato, finora, solamente 51 milioni di dollari. Ironia della sorte vuole, come è successo altre volte in passato, che sia il film più sentito e personale di un regista a essere il meno apprezzato dal suo pubblico. La vicenda di Funny People, infatti, trae le fila dalla gioventù dello stesso regista e dell’attore protagonista, Adam Sandler, amici sin dai tempi del college. I due hanno convissuto e per qualche tempo il più brillante Apatow ha scritto i testi per l’animale da palcoscenico Sandler; lo stesso rapporto che si viene a creare sullo schermo fra Ira e George. Lo spezzone iniziale, in cui un giovane Sandler viene filmato alle prese con uno scherzo telefonico, è stato girato da Apatow all’epoca della loro convivenza.
Nei panni di Ira uno dei più fidi sodali della factory di Apatow, Seth Rogen, lanciato dal ruolo di Molto Incinta e oggi come oggi fra i volti eccellenti della comicità cinematografica statunitense. Accanto a lui, in ruoli secondari, spuntano il solito Jonah Hill, Jason Schwartzman (autore anche della colonna sonora), Leslie Mann (moglie nella vita del regista) e Eric Bana, quest’ultimo nei panni di un esilarante uomo d’affari dallo spiccato accento australiano, sospeso a metà fra la brutalità aborigena e la ricercatezza zen.
Come si diceva Funny People è di gran lunga il film più sentito fra quelli scritti, prodotti o diretti da Apatow. Certamente, nonostante la suddetta virtuosa caratteristica, il vero scopo della pellicola è quello di rivelarsi il solito gigantesco catalizzatore di dollari sonanti. Sorpassata dal Frat Pack, che con Todd Philips e Una Notte da Leoni ha messo a segno il colpo dell’anno, e necessitata a recuperare soldi e faccia dopo il flop di Fratellastri a 40 anni, la factory Apatow puntava molto sul successo, sia di critica che di pubblico, di questo Funny People.
Oltre a essere il film più sentito di Apatow, questo è sicuramente anche il più ambizioso dal momento che, come dichiarato dal regista, si propone di osservare la vita di una persona dopo che le è stata data una seconda chance. Senza giudicare il personalissimo humus biografico in cui la vicenda è stata piantata, si può affermare che le velleità di Apatow vengono sensibilmente ridimensionate dal risultato finale. Vicino alle due ore e mezza di durata, il film da un certo momento in poi sembra riavvolgersi su sé stesso dando una vivida idea di confusione e scrittura improvvisata. La tesi iniziale, l’intento di voler mostrare il tentativo di redenzione di George, non è mai chiara e spunta fuori prepotentemente solo nelle parole dei personaggi, senza che il flusso di immagini e la sceneggiatura riescano a dare man forte. Un peccato, dal momento che da Judd Apatow, l’unico in questo momento a Hollywood che abbia la voglia e il talento per investire 70 milioni di dollari in una commedia, ci si aspetta sempre di più e non ci si può più accontentare di qualche trovata geniale (in questo caso il litigio senza senso fra Eminem e Ray Romano) persa nel nulla.
Curiosità: la fotografia è stata curata da Janusz Kaminski, polacco, vincitore di due premi Oscar per Schindler’s List e Salvate il Soldate Ryan e usuale collaboratore di Steven Spielberg.
Titolo originale: Funny People
Nazione: U.S.A.
Anno: 2009
Genere: Commedia
Durata: 136′
Regia: Judd Apatow
Sito ufficiale: www.funnypeoplemovie.com
Cast: Adam Sandler, Seth Rogen, Jonah Hill, Eric Bana, Jason Schwartzman, Leslie Mann, Sarah Silverman, Ken Jeong, RZA, Torsten Voges
Produzione: Universal Pictures, Columbia Pictures, Apatow Productions, Madison 23
Distribuzione: UIP
Data di uscita: 16 Ottobre 2009 (cinema)