15 anni senza lasciare traccia. 15 anni di silenzio. 15 senza sapere nulla l’uno dell’altro. Sono tantissimi 15 anni senza parole per due amici fraterni, cresciuti nello stesso paesello siciliano, sognando di costruire il loro castello. Dopo tutto questo tempo, Antonio (Vinicio Marchioni), che si è trasferito all’estero, grazie a vari social network, riesce a rintracciare Agostino (Marco D’Amore), che fa il camionista ad Anversa. Dopo una serie di autostop, Antonio raggiunge Agostino. Poche parole. Nessuna spiegazione. Agostino dà un passaggio ad Antonio verso il Nord Italia. Due vite che erano una sola, hanno preso strade diverse. Agostino ligio alle regole, composto, si lascia andare quando cala la notte. Antonio ha mantenuto viva l’arte di arrangiarsi, meno rispettoso dell’amico su qualche regola.
E’ la vendita della sua casa in Sicilia a spingere Antonio a cercare Agostino, l’unica famiglia che gli resta. L’idea che sta per perdere un’ancora, forse l’ultima radice che lo lega alla sua identità italiana, l’ha condotto verso Agostino. E arriveranno le discussioni e i chiarimenti. E sarà di nuovo di casa.
Drive me home è un malinconico road movie che esplora i sentimenti maschili senza pudore. Tra autostrada e provinciale, l’opera prima di Simone Catania parla di radici e famiglia, identità e amicizia; per lui, in questo film, sinonimi di casa.
“Casa non è un luogo fisico, non può esserlo. Casa rappresenta gli affetti, le persone. Ho cercato di raccontare il ritrovare una casa; i due protagonisti, la casa, la ritroveranno nell’amicizia”. Scritto dal regista con Fabio Natale, Drive me home è un viaggio di scoperta che rende liberi nel rinsaldare un legame forte, che fa ritrovare la sensazione di appartenenza. La coppia D’Amore-Marchioni funziona benissimo: conduce lo spettatore nelle vite solitarie di questi due uomini che affrontano la vita in modo diverso, ma con gli stessi valori legati alla terra.