Tutti i film della Mostra del Cinema di Venezia 2022
VENEZIA 79
In Concorso
(in ordine alfabetico per regista)
WHITE NOISE - FILM DI APERTURA di NOAH BAUMBACH
con Adam Driver, Greta Gerwig, Don Cheadle, Raffey Cassidy, Sam Nivola, May Nivola, Jodie Turner-Smith, André L. Benjamin e Lars Eidinger/...
Karlovy Vary 56. Di nuovo al suo posto, pronto a sorprenderci
Il festival di Karlovy Vary, dopo aver spostato l’edizione 2021 ad agosto per venire incontro ai capricci di Cannes, torna a svolgersi nello slot più congeniale e tradizionale, quell’inizio di luglio che accoglie con...
“Crimes of the future” di David Cronenberg
A otto anni da Maps to the stars e da quel violento gesto di liberazione dalla duplicazione/ripetizione che concludeva il film e, come all'epoca si pensava, anche la carriera di Cronenberg attraverso un omicidio simbolico del fulcro della sua poetica, il regista canadese ritorna dietro la mdp e riparte lì dove si era fermato: dall'evoluzione. Prima solo intuita e ora compiuta, transitata definitivamente dalla potenza all'atto. Summa teorica e metacognitiva del cinema cronenberghiano, Crimes of the future segna la nascita della famigerata nuova carne, l'autentico corpo senza organi.
“Vortex” di Gaspar Noé
Perfetto contraltare di Enter the void, l'ultimo film di Gaspar Noé è uno sguardo sulla mortalità umana dall'altro lato della barricata, quella di chi vede e sente scivolarsi via la vita dalle membra finché ancora ha qualche residuo di vista e udito, da un punto di vista apparentemente diverso rispetto a quello a cui ci aveva abituati, ma laddove manca l'elemento lisergico riaffiorano comunque le vecchie ossessioni.
“Tromperie – Inganno” di Arnaud Desplechin
Sono stati necessari ben quindici anni a Desplechin per ritornare a confezionare un film che avesse l'ampiezza di respiro e la portata di Un conte de Noël dopo quattro lavori incerti, ma non è possibile non approcciare Tromperie in maniera entusiasta per semplice fatto che, per la prima volta da quando il cinema incontra la letteratura, siamo davanti a un adattamento veramente efficace e riuscito di un romanzo di Philip Roth.
“The year of the death of Ricardo Reis” di João Botelho
João Botelho, non pago dell'audace tentativo di adattare l'inadattabile Pessoa, giunge di nuovo a contatto con il grande poeta ma questa volta lo fa con la mediazione letteraria del connazionale Saramago, provando a trasporre su pellicola L'anno della morte di Ricardo Reis, il romanzo nel quale il malinconico eteronimo classicista viene riportata in vita.
“Licorice pizza” di Paul Thomas Anderson
Paul Thomas Anderson realizza l'ennesimo capolavoro, forse il più inaspettato e meno magniloquente sul piano visivo ma non per questo meno denso di significati. Solo falsamente intimista e autoreferenziale nel migliore dei sensi possibili, Licorice pizza chiude una sorta di trilogia spirituale con Boogie nights e Inherent vice, completando il racconto della transizione silenziosa dai lisergici anni '70 al consumismo degli anni '80. Un romanzo di Salinger innervato da una rappresentazione tarkovskijiana della temporalità, in cui si sposano sentimento e riflessione sull'immagine.
Al via a Berlino il 72° Festival del Cinema. 10 – 20 febbraio
È ventosa e gelida Berlino, quando comincia questo 72° Festival del Cinema, dal 10 al 20 febbraio 2022, sotto un sole che brilla ma non scalda.
Dopo la versione solo on line dello scorso anno,...
SNCCI: nominati il nuovo Direttivo e la nuova Commissione della Settimana delle Critica
Il Consiglio Nazionale del SNCCI - Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, riunitosi sabato 15 gennaio 2022, ha proceduto alla nomina del nuovo Comitato Esecutivo, da oggi così composto:
Presidente: Cristiana Paternò
Vice-presidente: Pedro Armocida
Amministratore: Francesco Crispino
Segretario: Adriano De Grandis
Responsabile della comunicazione: Giulio Sangiorgio
Questa...
“What do we see when we look at the sky?” di Alexandre Koberidze
Il secondo film di Alexandre Koberidze è un film-mondo, un iper-romanzo che si compone di due grandi anime, ovvero un atto d'amore e di fede nei confronti del cinema e una massiccia interrogazione sul concetto del vedere, e una miriade innumerevole di rimandi, frammenti, influenze, citazioni, incastri e coincidenze narrative. Il risultato finale è una favola moderna dotata di profonda ironia e un onnipervasivo senso di meraviglia. Sarà difficile dimenticare il nome di questo interessante cineasta georgiano, ormai più che conformato dopo il già valido Let the summer never come again.