Torino 28. Festa Mobile – Figure nel Paesaggio
“Napule è mille culure…”: con le parole di una canzone bella e malinconica di Pino Daniele ho iniziato a conoscere Napoli. Tutto ciò che potrebbe parere stereotipo, a Napoli invece è vero: è una città di contrasti, una città che si ama o si odia ma non lascia mai indifferenti. Devastata, miserrima e superstiziosa oppure colta, aristocratica e dissacrante. Sono queste e molte altre le emozioni – perché davvero di emozioni si deve parlare – che restano nello sguardo e nell’anima dopo i 24 brevi episodi (tre minuti ciascuno) di questo collage napoletano.
C’è l’immenso duomo traboccante di persone, con Rosa Russo Iervolino in prima fila, ad attendere il “miracolo di San Gennaro”. Applaudono quando il “miracolo” avviene. Fede o superstizione?
E ancora la superstizione, qualche volta anche la curiosità, o la paura di essere gli unici a non credere: donne belle, giovani ed eleganti vanno in pellegrinaggio dalla Santa delle gravidanze, Maria Francesca delle 5 piaghe. Una monaca vissuta nel Settecento che oggi ha la sua pagina su Facebook.
Ci sono i nostalgici di Re Ferdinando II di Borbone che, nel 150esimo anniversario della sua morte, inscenano, in una piazza surrealmente vuota, una parata militare per celebrare quel re, ricordato come un grande sovrano, ad onta di quelle che sono definite “puttanate risorgimentali”.
Un episodio è dedicato al MADRE, il Museo d’Arte Contemporanea Donnaregina, con scene ansiogene, quasi da thriller, e con l’immagine finale di una modella fotografata nuda su una distesa di vetri rotti. Una bellezza in pericolo, come è in pericolo il museo stesso e i beni artistici napoletani.
Sarcastica è la scena del corteo nuziale di due giovani gitani, sovraccarichi di ogni kitsch, che sfilano con la loro bella Mercedes tra pozzanghere di liquami, colline di spazzatura, si ingolfano nel traffico del centro e poi via, dalla tangenziale, imboccano veloci l’uscita verso Scampia. Un nome, una località tristemente nota per le cronache più buie.
Ma c’è anche la bellezza della natura: “guai a chi ci distrugge il paradiso di Gaiola”, dicono i bagnanti, e intanto scorrono le immagini di questa incomparabile costa dove ancora “il mare luccica”, come in una canzone di altri tempi.
Cumuli di immondizia: Napoli e i suoi vicoli visti dal basso, dal livello in cui li vede una bambina seduta su un passeggino: “non è un paese per giovani” il titolo del lavoro.
Eppure giovani ce ne sono, intelligenti e creativi, come i cinque Virtuosi di San Martino, un gruppo di spettacolo che rappresenta l’evoluzione e lo sviluppo di una scuola partenopea che ha avuto come maestri Totò e i fratelli De Filippo. I Virtuosi sono ironici, dissacranti, ma sempre raffinati e colti, come nel breve brano proposto, tratto dal loro spettacolo “La Repubblica di Salotto”.
I 24 flash, firmati da grandi autori e da nomi quasi sconosciuti, evocano con sentimento e intensità un pezzo di anima di questa grande e controversa città e la rappresentano così come è, senza belletti, perché non le servono o perché non basterebbero. Ne emerge un ritratto frammentato ma autentico e appassionante.
NAPOLI 24
Italia 2010 (Betacam Digitale, 75′, col.)
regia/directors
aa.vv.
fotografia/cinematography
Cesare Acetta
montaggio/film editing
Giorgio Franchini
musica/music
Frame
produttori/producers
Angelo Curti, Nicola Giuliano, Giorgio Magliulo
produzione/production
Ananas, Sky Dancers
vendita all’estero/world sales
Indigo Film, Teatri Uniti
regia/directors
Giovanni Cioni, Bruno Oliviero, Gianluca Iodice, Diego Liguori, Roberta Serretiello, Luca Martusciello, Nicolangelo Gelormini, Guido Lombardi, Mariano Lamberti, Andrej Longo,
Stefano e/and Mario Martone, Luigi Carrino e/and Fabio Mollo, Mario Spada, Pietro Marcello, Andrea Canova, Lorenzo Cioffi, Massimiliano Pacifico, Marcello Sannino, Francesca Cutolo e/and Federico Mazzi, Vincenzo Cavallo, Gianluca Loffredo, Daria D’Antonio, Ugo Capolupo, Paolo Sorrentino.