Venezia 66. Concorso
In una Teheran agitata dalle manifestazioni indette per rifiutare le intromissioni e i soprusi del governo britannico, quattro donne provenienti da differenti classi sociali vivono in maniera particolare l’irrequieto ed instabile clima di protesta.
La frenetica voglia di cambiamento diffusa nella capitale iraniana è avvertita anche dalle protagoniste femminili del film, che trovano la forza di cambiare la loro esistenza nella speranza di migliorare le proprie condizioni.
Tormentata dal fratello maggiore che la vuole costringere a sposarsi, Munis rifiuta il brutale sistema patriarcale tipico del suo Paese e sogna di unirsi ai manifestanti impegnati nei cortei in favore del partito nazionalista. Faezeh, amica di Munis, ha sempre intimamente desiderato di sposare Abbas, il prepotente fratello della compagna, e rimane delusa quando apprende l’intenzione dell’uomo di prendere in sposa un’altra donna.
Zarin, incantevole giovane ragazza, vende con arrendevolezza il suo esile corpo in una pensione di Teheran, sopportando abbattuta i desideri sessuali dei suoi numerosi clienti.
Fakhri è sposata con un importante e rispettato ufficiale dell’esercito iraniano ma non ne sopporta più gli atteggiamenti prevaricatori ed offensivi.
Le protagoniste dell’opera della regista Shirin Neshat sono figure femminili molto diverse fra loro, sia dal punto di vista caratteriale che per estrazione sociale. Nonostante questa eterogeneità, tutti i personaggi esprimono uno stato d’insofferenza verso una società conservatrice e disinteressata a tutelare le donne.
Mentre il popolo iraniano scende in piazza e si unisce contro l’arroganza imperialista britannica, le protagoniste si barricano nel loro stato di solitudine e trovano il coraggio di ribellarsi alla deprimente situazione.
Women without men, primo lungometraggio di Shirin Neshat, incanta grazie all’impeccabile fotografia e alle inquadrature caratterizzate da uno stucchevole equilibrio geometrico.
La meticolosa ricerca estetica, che conferisce all’opera un aspetto pulito e rigoroso, stride però con l’impronta realista del contesto storico-politico degli avvenimenti; l’assoluta rigidità formale ed il ridondante simbolismo non permettono inoltre uno svolgimento fluido delle vicende, rallentato dall’immutabile inflessibilità stilistica con la quale sono presentate le immagini.
Le quattro donne protagoniste fuggono da un mondo che le ha rese schiave di un marito, di un fratello o semplicemente della loro natura femminile. La fuga rappresenta una dichiarazione di resa ma, al tempo stesso, una barlume di speranza verso la ricerca della serenità.
L’abbandono della quotidianità rappresenta la volontà di cambiare la situazione, di combattere, ma anche il desiderio di allontanarsi e dimenticare quanto subito in silenzio.
La destinazione più fiabesca ed idilliaca si raggiunge per una stradina di campagna che porta fuori dalla caotica Teheran, lontano dalle violenze e dalle vessazioni, verso un silenzioso e colorato giardino di una villa in apparenza inviolabile.
Women Without Men
Titolo originale: Zanan-e Bedun-e Mardan
Nazione: Germania
Anno: 2009
Genere: Drammatico
Durata: 95′
Regia: Shirin NeshatCast: Pegah Feridon, Shabnam Tolouei, Orsi Tóth, Arita Shahrzad
Data di uscita: Venezia 2009