Il regista danese Martin Zandvliet racconta un oscuro capitolo, poco conosciuto, ancora un tabù per la Danimarca, sulle conseguenze e gli strascichi della feroce Seconda Guerra Mondiale.
Dopo cinque anni di occupazione e di terrore la Danimarca è libera dalle truppe di Hitler e la rabbia repressa della popolazione si sfoga sui prigionieri di guerra. L’esercito tedesco era convinto che gli Alleati sarebbero sbarcati sulle coste danesi, per questo aveva costruito il Vallo Atlantico, un sistema di difesa costiera lungo le coste dell’Europa continentale e la Scandinavia, piazzando milioni di mine antiuomo lungo le coste.
Nei giorni successivi alla resa della Germania nazista nel maggio del 1945, i prigionieri di guerra tedeschi detenuti in Danimarca sono messi al lavoro dalle Forze Alleate. Sono per lo più ragazzini di diciassette anni, che vogliono tornare a casa dalle loro famiglie. Verso la fine della guerra, infatti, per rimpolpare l’esercito tedesco decimato, adolescenti inesperti erano stati obbligati alle armi.
In questo scenario, il Sergente Rassmussen (Roland Møller) è al comando di una quindicina di questi ragazzini, tenuti a stomaco vuoto, “i tedeschi sono l’ultima priorità della Danimarca”, e portati ogni mattina sulle dune della spiaggia a disinnescare mine.
Il processo di sminamento, durato cinque mesi, ha causato più vittime di tutto il periodo dell’occupazione tedesca in Danimarca.
E la Convezione di Ginevra del 1929 che sancisce il divieto di obbligare i prigionieri di guerra a svolgere lavori forzati o lavori pericolosi? Le autorità britanniche e danesi hanno deliberatamente modificato la formulazione del testo da “prigionieri di guerra” a “persone volontariamente arrese al nemico”, al fine di eludere le regole della convenzione.
Rassmussen si aspettava uomini, era pronto a sfogare su di loro la rabbia dell’occupazione. Gradualmente la compassione gli mostra questi ragazzi per quello che sono: anche loro vittime di una follia umana, spaventate e indifese, che invocano la mamma quando sono in punto di morte.
Land Of Mine è un potente e straziante film apolitico, pieno di tensione, cupo e crudo. A volte è difficile da guardare. Diretto con grande responsabilità, non si schiera, perché il regista vuole indagare la natura dell’uomo: alla fine di una guerra, entrambe le parti sono devastate ed esauste.
Ancora oggi in 54 paesi nel mondo ci sono milioni di mine inesplose, si stima che in media ogni giorno siano 10 le vittime di mine antiuomo, di cui l’80% civili.
_ Per questo Notorious si è impegnata a donare la propria quota dell’incasso del primo giorno di programmazione del film – giovedì 24 marzo – in favore di Emergency e dei feriti da mine antiuomo. Da dicembre 1999 l’associazione italiana ha prestato cure medico-chirurgiche gratuite e di elevata qualità in Afghanistan a oltre 4.600.000 persone (dati al 30 giugno 2015) nei suoi tre centri chirurgici, nel Centro di maternità, nei punti di Primo Soccorso e Centri Sanitari.
Titolo originale: Under Sandet
Nazione: Danimarca, Germania
Anno: 2015
Genere: Drammatico
Durata: 101′
Regia: Martin Zandvliet
Cast: Roland Møller, Louis Hofmann, Laura Bro, Joel Basman, Emil Belton, Oskar Belton, Mikkel Boe Følsgaard
Produzione: Amusement Park Films, Nordisk Film
Distribuzione: Notorious Pictures
Data di uscita: Festa del cinema di Roma 2015 (Selezione Ufficiale)
24 Marzo 2016 (cinema)