Con questa pellicola siamo di fronte a un evento singolare e molto interessante che offre lo spunto a varie considerazioni.
Innanzitutto notiamo la particolarità di aver utilizzato il mezzo visuale, e qui in particolare autoprodotto, con lo scopo di divulgare un progetto educativo di un ente privato. Si tratta infatti delle riprese realizzate durante le settimane preparatorie e poi durante le fasi della più recente edizione del concorso di retorica “Eloquentia”, organizzato fin dal 2012 dalla Coopérative Indigo presso l’Università di Saint-Denis.
Va detto che la Indigo è stata fondata dallo stesso Stéphane de Freitas, portoghese naturalizzato francese, che è il regista del documentario. I protagonisti sono un gruppo di giovani della banlieue parigina (come Aubervilliers e Saint-Denis), gli stessi che hanno voluto partecipare alla gara, e i validissimi consulenti professionali che li hanno preparati a concorrere.
In secondo luogo vediamo come giovani provenienti da quartieri e classi sociali svantaggiate, se opportunamente motivati e aiutati, riescono a uscire dall’isolamento dei ghetti e a liberarsi dagli stereotipi pseudoculturali delle gang ottenendo risultati brillanti, spesso molto migliori di coetanei più agiati.
In terzo luogo vi è la sorpresa di come sia ancora forte e efficace la retorica, che non ha perso l’attrattiva e il potere che ci descriveva Gorgia da Lentini 2.500 anni fa: “La parola è un gran signore, che con piccolissimo corpo e del tutto invisibile, divinissime cose sa compiere…”
Infine è interessantissimo vedere come ragazzi progrediscono, allenandosi ad argomentare, ad articolare i propri pensieri, a esprimerli correttamente e a sostenerli in pubblico. Si tratta quindi di un percorso premiante a prescindere, anche per chi non vincerà il concorso. Chi vince è infatti il dialogo civile e costruttivo, il confronto dialettico e formativo, la cultura e il rispetto.
Auspichiamo che il film, in concorso al Torino Film Festival, sia mostrato in tutte le scuole superiori anche in Italia perché è un lavoro realizzato molto bene e perché farà immensamente bene a chi lo guarda. Spero anche che sull’esempio della Cooperativa Indigo anche nelle nostre scuole e Università si sviluppino professionalità in grado di aiutare i giovani a parlare bene, come diceva Nanni Moretti: “Chi parla male, pensa male e vive male. Bisogna trovare le parole giuste: le parole sono importanti…”.
Il 35° TFF ha stato assegnato al film il “Premio Interfedi – Premio per il rispetto delle minoranze e per la laicità”, con la seguente motivazione: “Un atto di fede verso il potere della parola, strumento per superare contesti difficili e dare speranza per il futuro”.